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20 aprile  2012 - notizia tratta dal sito: www.lecceprima.it

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Maxi-furto, inseguimento a sirene spiegate e pericolosi speronamenti: presi
Nottata rocambolesca fra San Pancrazio Salentino, Guagnano e Veglie, dove i carabinieri hanno arrestato due uomini che avevano rubato merce per 30mila euro. Nella fuga, hanno anche gettato refurtiva per tentare di bloccare le auto

 

VEGLIE - I carabinieri della stazione di San Pancrazio Salentino, comune del brindisino, hanno arrestato in flagranza di reato un vegliese, Matteo Scandone, 21enne, e suo suocero, Antonio Totaro, di San Pancrazio, 40enne, con le accuse di furto aggravato e violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il fatto s'è consumato questa notte, quando, intorno alle 2, una pattuglia impegnata in servizi notturni, ha notato all'altezza di via Verga un'autovettura sospetta, una Mercedes classe B nera. I militari hanno deciso di fermarla, per un controllo. A bordo c'erano due individui, che hanno tentato di fuggire in direzione di Guagnano, accelerando improvvisamente.
N'è nato un inseguimento, a sirene spiegate, con il supporto, strada facendo, di altre pattuglie, comprese quelle del comando di Lecce. Gli occupanti della Mercedes avrebbero tentato più volte di speronare i militari, in un'occasione, addirittura tentando di stringerla verso il ciglio della strada per mandarla fuori gioco. L'inseguimento è proseguito nel cento abitato di Guagnano, dove la persona che sedeva al lato passeggero, ha iniziato a scagliare contro la vettura dei carabinieri parte della refurtiva, fra cui due matasse di filo d'acciaio per saldatura di ben 15 chili l'uno e, successivamente, specie in corrispondenza di curve cieche, persino due valigie contenenti utensili e una stampante.
La pattuglia, però, non solo è riuscita ad evitare l'impatto con la pioggia di oggetti, ma, alla fine, con varie manovre, è riuscita ad avere ragione dei due e a bloccarli, nelle campagne alla periferia di Guagnano. L'autista, raggiunto a piedi e bloccato, è stato identificato per Scandone, mentre il passeggero, Totaro, scappato inizialmente a piedi in mezzo ai campi, impantanati per le piogge, alla fine è stato rintracciato, dopo una serrata caccia all'uomo. Totaro è stato raggiunto successivamente nella sua abitazione, dove, disfattosi degli indumenti, stava cercando di lavarli dal fango.
All'interno dell'auto, nel frattempo, i carabinieri hanno trovato numerosa rubata, per un valore di circa 30mila euro. E le indagini hanno permesso di ricostruire quanto accaduto. Poche ore prima, i due, si sarebbero introdotti all'interno di un capannone della "Meccanica Salentina", in contrada Rizzi, a Veglie, dove, dopo aver forzato il motore elettrico del cancello d'ingresso, sarebbero penetrati all'interno e rubando tutto il materiale poi rinvenuto nella Mercedes Classe B. I militari sono risaliti all'azienda grazie ai dati trovati in un computer rubato.
L'inventario della merce è veramente sorprendente per quantità, e comprende anche due televisori Lcd, un laptop, le già citate matasse di filo d'acciaio, tre torce per saldatrice a filo continuo, due dispositivi telepass, una valigia con all'interno una saldatrice elettrica, altre sei contenenti trapani-tassellatori a batteria, altre due ancora con dentro una sega circolare a batteria e una mola a batteria, due stampanti, un monitor per pc, tre molette e rispettivi dischi nuovi, un navigatore satellitare, uno stereo a batterie, due posti prese trifase, contenitori per ugelli per plasma per un circa 60 chili.
Nel corso di un sopralluogo presso la "Meccanica Salentina", è emerso come i ladri avessero accatastato altro materiale che per ragioni di spazio, avrebbero probabilmente prelevato in un secondo momento. I due sono stati arrestati e condotti ai domiciliari, su disposizione del magistrato di turno presso la procura di Lecce, Giuseppe Capoccia.