A seguito dell’intervento di Aurelio Renna, vorrei dire:
Ho avuto occasione di ascoltare in TV Don Mazzi della comunità Exodus e
sentirgli dire che molti dei giovani suoi collaboratori non vanno in
chiesa e si dichiarano miscredenti, ma che lui non dubita assolutamente
che questi abbiano una fede più profonda della sua, dato il loro impegno
nel compiere il bene..
E, di recente, mi ha colpito moltissimo un passo dell’omelia di Don
Adelio Brambilla, parroco della Santo Spirito di Milano, “Io non devo
sentirmi migliore degli altri perché vado a messa. La mia missione non è
quella di convertire gli altri ma quella di convertire me stesso,
affinché gli altri, vedendo la fede espressa dalla mia vita, ne restino
così ammirati da volermi imitare, convertendo se stessi.
Anche la Chiesa deve convertire se stessa. Ricordiamo che mentre Papa
Giovanni Paolo II si preparava a chiedere perdono al mondo per gli
errori commessi dalla chiesa in duemila anni di esistenza, l’attuale
Papa, allora Cardinale Joseph Ratzinger diceva: “La consapevolezza degli
errori commessi contribuisce a non farci sentire grandi eroi e questo ci
aiuterà nel rinnovamento per rilanciare l’evangelizzazione nel mondo”.
(La Repubblica.it, 8 marzo 2000).
Quindi non c’è proprio da meravigliarsi se della Redazione di Controvoci
fanno parte alcuni elementi che si dichiarano atei o miscredenti.
L’importante è che siano persone serie e in linea con lo spirito del
giornale.
In quanto poi alla politica, o all’opposizione politica, perchè
Controvoci non dovrebbe far sentire la sua voce? Che significa farlo in
altra sede? L’impegno primario di un giornale deve essere quello di dare
voce a chi non ha voce! Certo, sempre nel rispetto delle persone e
guardando al bene comune. Denunciare o evidenziare carenze; chiedere il
perché di alcune scelte; invocare più efficenza o maggior giustizia, non
significa mancare di rispetto. Spero che questo abbia fatto finora
ControVoci e auspico lo continui a fare.
Con grande rispetto
dania
|