Domenica 15 maggio 2005

MI CON...SENTO MALE

Le ultime notizie del premier nell’Italia senza Forza…  

Perse le elezioni, perso lo scudetto, ora resta la Coppa Campioni prima di arrivare alle prossime elezioni (vedi la rima).

Una lacrima giallorossa (vedi Lecce Milan 2-2) è spuntata sul volto, non più ridente, del premier che riprende in mano “Il contratto con gli italiani” affermando che è ancora valido e che tante sono state le cose fatte. La cosa certa è che, tra le cose fatte, risulta lampante la rottura con L’UDC che porta la Casa della Libertà a non essere più tanto affrancata come nei suoi tempi migliori.

Un vero sportivo, come Berlusconi, sa che bisogna saper perdere, perciò pensa a sfide ancora più grandi. L’idea del partito unico lo dimostra pienamente, una sfida, però, che non è una partita di calcio al “Via del mare”, ma un tentativo di salvarsi in alto mare, dati i casi difficili che il nostro paese vive, dove anche lo sport più amato al mondo offre le sue tasse da pagare (vedi diritti acquisiti da una tv a pagamento per i prossimi mondiali del 2006) e i contratti con gli italiani restano solo pezzi di carta, purtroppo non igienica…

Gian Piero Leo

 

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Domenica 08 maggio 2005

LE INVENZIONI DEL PREMIER

Dal modello unico al partito unico: pagare prego

Il nostro premier non finisce mai di stupirci. A sorpresa, anche per i suoi alleati politici, inventa il partito unico del centro destra con l’ipotetico nome di “Alleanza per la libertà”. La Lega Nord pare non essere felice di questa trovata elettorale e forse anche le altre anime della Casa della libertà cominciano a spazientirsi. L’unico felice pare essere solo lui, Silvio Berlusconi, mai domo nelle sue battaglie per la salvezza del nostro paese dal pericolo delle sinistre. Nel frattempo, in Puglia, Vendola presenta la sua squadra rossa, con qualche malumore nei compagni Comunisti Italiani e nella Margherita. Poca cosa rispetto alle promesse di abolizione del ticket (non mantenute) e dei 2500 posti letto in meno negli ospedali che il neo assessore alla sanità regalerebbe ai cittadini della Puglia migliore.

OK, si fa per dire, staremo a vedere. Godiamoci nel frattempo i duelli delle due coalizioni in questa ennesima campagna elettorale dopo il Berlusconi Bis (o tris). Lo faremo con un Sirchia in meno e uno Storace i più; con un Tremonti restaurato (non si sa per quale motivo) e con un Prodi gasato all’ennesima potenza; con un Cannavaro registrato simpaticamente con flebo e tanti italiani che una flebo non possono permettersela nemmeno per sport…

A tal proposito mi viene di suggerire il simbolo per il partito unico: (vedi vignetta) il pallone sgonfio e una bella flebo. Credo che sia l’immagine che più si addica anche al centro sinistra. Le coalizioni si preparano allo scontro elettorale come dei contenitori, non solo vuoti, ma sgonfi come a dei palloni da calcio usurati. Sarà facile cambiare nomi alle squadre, anche cognomi di parte di alcuni candidati, ma mi chiedo se sarà possibile modificare l’assetto di un paese colmo di mille problemi e con uno stile politico tutto nostro.

Bisognerà pagare, non solo salatissime tasse, ma anche lo scotto di una cultura dopata, vuota  di valori e di regole che ci sta portando allo sfacelo.

La colpa non è del solito Berlusconi, è di ciascuno di noi, capaci solo di riempirci la bocca di parole, ma bisognosi, non di una semplice flebo, ma della capacità di fare scelte coraggiose.

Gian Piero Leo

 

Domenica 24 aprile 2005

Tremonti italiani

Calcio e politica: o ti mangi ‘sta minestra o ti butti dalla finestra

 

Ed ecco il nuovo governo Berlusconi, il terzo della sua vita politica, il secondo di questa tornata. Certo, di nuovo c’è ben poco, come ha affermato qualcuno un lifting venuto male, ma facciamo finta che tutto (o Totti) vada bene, come nel calcio.

Sono i tramonti italiani, in questo caso “tremonti” dato il premiato ritorno nei panni di vice premier del noto ministro, carezze come quelle di Totti che si è guadagnato 5 giornate di squalifica, omelie come quelle del “Paparazz”, pronunciate in più lingue, tranne lo spagnolo, guarda caso, come per ignorare quei cattivoni amanti della modernità e delle leggi poco ortodosse.

Siamo costretti a mangiarci questa minestra, questo ministro, questi giocatori strapagati e strafottenti, oppure buttarci dalla finestra, sempre che ce ne sia una d’emergenza pronta all’uso.

Mi spiace per gli amanti del calcio, ma non guardo più le partite, nemmeno quelle del Lecce, che per vincerle avrebbe bisogno di qualche santo protettore o dell’esorcista, sempre che non decida di ritornare in serie B.

E la politica? Quella con la “P” maiuscola sembra essere ormai un’utopia. Se un tempo la sia faceva nei partiti, nelle fabbriche, nei campi, per le strade o per le piazze, ora la si fa a “Porta a porta”, con la conduzione parziale di Bruno Vespa, antico più della vespa Piaggio, onnipresente più degli stessi politici, onnipotente più del papa e fortunato, solo lui, di averlo potuto intervistare (miracolo?) prima di essere eletto.

Buon divertimento ancora, il tempo passerà senza che cambi nulla. Continueranno i rimpasti di governo, i miscugli nei salotti televisivi con attori, cantanti, politici, psicologi, presbiteri, pronti a commuoversi dinanzi ad un’ennesima fumata, non si sa se bianca o nera, purché spunti fuori qualcosa dal cilindro, per avere qualcosa da dire in questo tramonto senza fine…

Gian Piero Leo

 

Elezione razzi... nger

 

Come vi avevo detto bene, anzi, Benedetto ecco l’elezione razzo, anzi, RAZZInger del nuovo papa.

Il mio pronostico non si è avverato nel nome, (vedi qui) ma non potevo essere profetico al 100%, sennò avrei dovuto fare l’indovino invece del vignettista.

Per chi non lo sapesse l’ex cardinale Ratzinger appartiene all’area conservatrice della chiesa cattolica. Non a caso si mette sulle orme di Benedetto XV, il papa ammonitore (cento anni fa) della prima guerra mondiale, ma, al contempo, grande contestatore della modernità.

Al nuovo pontefice i miei migliori auguri.

A tutti i credenti auguri moltiplicati alla sedicesima potenza. Il progressivo sguardo all’indietro della chiesa non può farci stare sereni, sempre che non diventiamo tutti ortodossi e amanti del medioevo.

Ma, come diceva il compianto Papa Carol: “Non abbiate paura!”. 

Il peggio deve ancora arrivare…

Gian Piero Leo

 

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aprile 2005

Berlusconi Bis e i problemi tris

La settimana più calda dell’anno 

Se i Cristiani del mondo attendono con trepidazione il Conclave, per la designazione del nuovo Pontefice, i democristiani d’Italia attendono le mosse del premier, in vacanza premio (si fa per dire…) in Sardegna per digerire i Follini e finanche la sconfitta del Milan col Siena.

L’ex vice-premier dell’UDC ha chiesto al cavaliere solo un po’ di fantasia. Infondo che ci vuole per fare un nuovo governo?

A mio modesto avviso sarà più facile fare un nuovo Papa. Joseph Ratzinger potrebbe diventare Giovanni Paolo III, sempre che non arrivi, a sorpresa, il primo papa nero, ma in questo caso lasciamo lavorare i Cardinali con la dovuta serenità.

Tornando ai problemi politici. Un Berlusconi Bis potrà risolvere la crisi in atto?

Tutti i leader del centro-sinistra chiedono una decisione celere, oppure si vada di nuovo al voto (tanto tra una elezione ed un'altra non c’è tanta differenza…)!

Poveri noi, che periodo difficile.

Per sdrammatizzare godiamoci la domenica sportiva. Le sviste arbitrali, le risse sugli spalti e i fumogeni ci faranno tornare il buonumore, oppure ci faranno accendere un cero davanti a  San Siro. Lo specialista del miracolo italiano ci apparirà, successivamente, in sogno e ci dirà con voce dolce: “Mi consenta”. In questa visione onirica si mostrerà pieno di luce nuova, con un abito bianco. Si avvererà così la profezia, avremo Papa “Pio Tutto” colui che di Fede ne ha in maniera esagerata.

Se non ci credete accendete Rete 4, oppure svegliatevi!

Gian Piero Leo

 

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Domenica 14 aprile 2005

C’era una volta la Democrazia Cristiana

Piccole riflessioni che cercano di fare centro…

Non so quanti ricordano ancora lo slogan dei manifesti della D.C. dei tempi migliori (per loro) “Decidi DC!”. A codesta reclame se ne contrapponeva un’altra, più o meno simile, scritta sui muri, alla quale si sono ispirati molti leccesi: “Te cciti diccì!”.

A parte gli scherzi, i democristiani (o ex) sono ancora al centro dell’attenzione politica, sia nazionale che locale. Ora si chiamano U.D.C. (alle ultime elezioni regionali con lo sconfitto Fitto), C.D.U. (alle ultime elezioni regionali con Vendola), ma anche Democrazia Cristiana per i nostalgici del nome storico (alle ultime elezioni regionali da soli). E non solo, li ritroviamo nella Margherita, nell’Udeur, in Forza Italia, ovunque…

Dato che c’è chi sostiene che la politica non c’entra, vorrei ricordarvi che, alle ultime elezioni amministrative, candidati sindaci a Veglie erano Fernando Fai (ex D.C.) di “Uniti per Veglie”, Giovanni Carlà (ex D.C.) di “Prima di tutto il cittadino”. Inoltre, Oronzo Sabato già sindaco di Veglie (ex D.C), appoggiava la lista “Citta Unita” dell’ex sindaco Antonio Greco con un gruppo chiamato Impegnati per Veglie, mentre Cosimo Nicolaci (ex D.C.) era uno degli ispiratori della lista “Per Veglie”. Per non citare tutti gli ex D.C. presenti nelle varie liste.

E se gli ex democristiani vegliesi avessero formato un’unica lista?

Tornando alla politica nazionale. A quanto pare la D.C. c’entra, eccome! Prova ne è che alla vigilia del Berlusconi Bis, del rimpasto, o di quant’altro per portare avanti la baracca, gli amici dell’UDC fanno dietrofront, non partecipano all’incontro dei Ministri della maggioranza di governo, si ritirano (dopo essere entrati al governo dalla finestra) e per non smentire la loro capacità di essere “mobili”, promettono il loro appoggio esterno. Qualcuno penserà che son folli, anzi, Follini…

Bando alle ciance, mi rendo conto che il passato potrebbe non avere un nesso coi tempi moderni. Mi scuso qualora avessi urtato i sentimenti degli ex D.C. lettori di questo sito.

Per concludere mi chiedo solo alcune cose:

come mai i cristiani non danno il buon esempio invece di dividersi in tante fazioni?

Come mai rivendicano la loro appartenenza ad un credo?

Come mai sono così presenti nelle grandi celebrazioni religiose (o nei periodi elettorali) e altrettanto assenti nella vita attiva delle comunità parrocchiali (fatta per esempio di catechismo, oratorio, scola cantorum, consiglio pastorale, liturgia, ecc.)?

Come mai, invece di essere mobili non si schierano definitivamente da una parte o dall’altra (destra o sinistra)?

 

Forse non avremo alcuna risposta, in tal caso io… non c’entro!

                                                                                                                                            

 Gian Piero Leo

 

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