Leggende (terza puntata)

Una delle canzoni più divertenti del gruppo «Elio e le storie tese» s’intitola «Mio cugino» e parla di alcune storielle (o leggende) molto note (…mi ha detto mio cugino che da bambino una volta è morto – non ci posso credere pure mio cugino!…).

Mi chiedo: quanti di noi non hanno avuto un cugino che raccontasse fandonie facendole passare per vere? Oppure, quante volte da bambini non ci siamo vantati di avere un cugino importante, muscoloso, di tutto rispetto, quando, per spaventare qualcuno, l’abbiamo minacciato dicendogli: «Spicciala, sinò ba’chiamu cucinuma e ti scascia li carzali...».

Personalmente, avendo molti cugini, mi son fatto una cultura non indifferente di fatterelli più o meno veri. Una volta, uno di questi cari cuginetti, mi raccontò che un suo caro amico (guarda caso), tornando da Lecce a notte fonda, su una strada resa quasi invisibile dalla nebbia, vide spuntare improvvisamente la figura spettrale di un uomo vestito di bianco, coi capelli bianchi, con un volto cadaverico che chiedeva l’autostop. L’amico «Pincopallino», preso dallo spavento, lasciò sulla strada l’uomo misterioso mettendosi in fuga. Un racconto davvero spettacolare, se non fosse, però, solo una storia inventata per far venire i brividi e che, in ogni modo, non essendoci stato alcun testimone al di fuori dell’amico del cugino, poteva passare per vera.

Cambiamo argomento. Ricordate gli ultimi mondiali di calcio in Corea e Giappone? Il nostro simpatico commissario tecnico Trapattoni portò con sé delle bottigliette di acqua santa. Forse credeva che rovesciando sull’erba tale magico (secondo lui) liquido avrebbe vinto tutte le partite. Forse avrebbe dovuto buttare in campo Roberto Baggio (che invece lasciò a casa contro il parere popolare), oppure avrebbe dovuto inondare l’arbitro Moreno. A proposito di arbitri: un luogo comune su di loro è diventato ormai leggenda. Si dice, infatti, che gli arbitri siano «cornuti». Forse, nell’immaginario collettivo, gli arbitri passano come grandi trascuratori di mogli, andando, di campo in campo, ad arbitrare partite di calcio e lasciandole, disperate, da sole in casa. E’ molto probabile che oggi, a scanso di equivoci, gli arbitri portino le mogli allo stadio per tenerle d’occhio. E’ altresì possibile che, proprio a causa di ciò, siano preda di colossali sviste, fuorigioco inesistenti, rigori omaggio e quant’altro. E’ evidente che gli arbitri abbiano praticamente le stesse probabilità di essere traditi di qualsiasi altro comune mortale. Semmai la differenza sta nel fatto che, in caso di beffa, potrebbero ammonire, o peggio, espellere le proprie mogli, senza però estrarre il cartellino rosso.

Al termine di questa puntata vorrei citarvi la leggenda del disco CD che, posto sul vetro posteriore dell’auto, permetterebbe di respingere i flash dei temuti autovelox, nascondendo così le targhe delle automobili. E’ chiaro che questa è un’ennesima leggenda metropolitana (nonostante siano in moltissimi a credere il contrario) e che i dischi non hanno codesti poteri magici, ma vanno solo ascoltati (possibilmente quelli originali). Ma se non ci credete fate pure la prova, magari applicando tutta la vostra raccolta dei grandi successi anni ’70 sulla vostra auto. Arrivati in prossimità di un autovelox date una bella accelerata: dopo qualche giorno vi arriverà a casa una bellissima foto che, se ce la inviate, pubblicheremo su Controvoci.

Gian Piero Leo