foto: l'ingresso della Oil
Salento - in basso Luigi Panarese
(patron)
e Mauro Spagnolo (dirigente)
«Il
nostro impianto non è dannoso per l’ambiente e la comunità, né
tantomeno per le aziende agricole». A sostenerlo è Mauro Spagnulo,
dirigente della OilSalento e dunque del sansificio in agro di
Veglie, su cui si addensano le preoccupazioni di molti. Un
sansificio nel cuore del Parco del Negroamaro, ma lui non ci sta a
far passare l'opificio per «una macchina infernale». E spiega: «Con
la modifica del progetto alla sola produzione di nocciolino, il
nostro impianto è un “mega essiccatore”, di certo non più un “mega
sansificio”. Bisogna analizzare bene la realtà dei fatti senza
lasciarsi catturare da facili allarmismi».
Sono trascorsi quattro mesi dall’approvazione comunale dell’impianto
di proprietà della famiglia Panarese, mesi di proteste attorno
all’opificio e al Comune, che ne ha autorizzato l’attivazione. Sin
da subito, infatti, semplici cittadini, sindaci, partiti politici,
associazioni, medici, imprenditori agricoli hanno manifestato la
loro contrarietà all’impianto. Pertanto, l’impresa, che avrebbe
dovuto inaugurare lo stabilimento a settembre scorso, con
l’estrazione dell’olio dalla sansa vergine e la produzione di
nocciolino, è stata costretta a rimandare l’inizio dell’atti - vità.
La Provincia di Lecce, infatti, a causa delle preoccupazioni
espresse sull'impianto, ha istituito un sieme al Comune di Veglie -
successivamente allargato ad altro soggetti - e all’azienda stessa
al fine di poter valutare
possibili
soluzioni migliorative. Da qui, d’intesa con la Oil Salento, la
decisione di tavolo tecnico asmodificare il progettoiniziale,
limitando le attività alle sole fasi di essiccazione e di
confezionamento del nocciolino, «riducendo notevolmente l’impatto
sull'ambiente», come ha dichiarato Gianni Scognamillo, assessore
Provinciale all’Ambiente.
Oggi, l’opificio è sottoposto alla pre-verifica di assogettabilità
alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) da parte
dell’Università degli Studi del Salento, richiesta della Provincia
di Lecce. Inoltre, presso il Tribunale Amministrativo Regionale sono
pendenti quattro ricorsi, avanzati dai sindaci dei comuni limitrofi,
dal Consorzio di Tutela Vino Doc Salice Salentino, dall’associazione
degli agriturismi «Salento Terra d’Arneo» e da semplici cittadini,
che lamentano le lesioni gravi del provvedimento sia sul profilo
urbanistico - edilizio quanto su quello amb i e n t a l e.
L’udienza, tenutasi il 5 novembre scorso, è stata rinviata al 14
gennaio prossimo in attesa della verifica preventiva disposta dalla
Provincia.
Facciamo un passo indietro: da un ex pomodorificio, la Oil Salento,
dà vita ad uno stabilimento industriale per destinarlo a produzione
e commercializzazione di oli vegetali e nocciolino di sansa. Com'è
nata l’idea prog ettuale?
Tutto il mondo si muove nell’ordine di diminuire
l’approvvigionamento di sostanze fossili come il carbone e il
petrolio. La nostra impresa crede nel combustibile alternativo
perchè crede nello sviluppo delle biomasse combustibili vegetali
come fonti rinnovabili e, la sansa, ha un valore di risparmio
energetico a basso impatto ambientale. Se tutti noi riuscissimo a
contribuire ad utilizzare nel minor tempo possibile quelle che sono
le fonti rinnovabili, allora potremmo avere, per le generazioni
future, un ambiente salubre e non legato a questioni di
inquinamento.
Quali investimenti sono stati realizzati nella struttura?
Abbiamo puntato sull'alta tecnologia, con macchine innovative e di
ultima generazione: la sansa, lavorata all’inter no della struttura,
sarà trasformata in nocciolino e vapore acqueo. La nostra è
un’azienda modello e a tutela dell’am - biente abbiamo implementato
un sistema per il controllo in contrinuo con tutti gli enti di
controllo interessati. Finora il gruppo Panarese ha investito
milioni di euro senza aver richiesto alcun finanziamento pubblico.
L'impianto nel Parco del Negroamaro, ha scatenato forti
preoccupazioni tra i sindaci del comprensorio e i cittadini non solo
di Veglie. La questione è finita pure dinnanzi al Tar. Cosa si sente
di dire a tal proposito?
I cittadini non sono stati ben informati. Si sono alzati dei
polveroni che vanno ben oltre la realtà dei fatti. Il nostro
impianto non inquina, i soli fumi che si avranno saranno legati a
immissioni di vapore acqueo. Insieme alla Provincia e al Comune di
Veglie si è deciso di eliminare la lavorazione dell’olio di sansa
perché comporterebbe l’uso dell’esa - no. Oggi, il nostro impianto,
deve considerarsi solo un grande essiccatore che trasforma in
nocciolino
la sansa prodotta nei frantoi oleari, i cui vapori prodotti verranno
trattati più volte dalle macchine prima di essere emessi nell’aria
dalla canna fumaria. Il nostro scopo è quello di produrre biomassa,
combustibile altamente ecologico, e non, come più volte molti hanno
insinuato, bruciare combustibile da rifiuto. Con i sindaci, invece,
c'è un ricorso al Tribunale Ammninistrativo Regionale che vede
eccepire diverse motivazioni, rispetto alle quali molto serenamente
ognuno andrà a rappresentare le proprie ragioni. Un collegio di
giudici amministrativi si preoccuperà di discutere nel merito le
motivazioni addotte nei ricorsi. Noi crediamo nell’operato della
giustizia amministrativa e nelle autorità competenti.
Gli imprenditori agricoli hanno lanciato l’allarme: l’impianto
minaccia i prodotti doc salentini.
Il vino che viene prodotto qui nasce sotto l’influenza di due grossi
macigni industriali che sono a Taranto e a Brindisi. Le zone del doc
si trovano in mezzo ai venti che sospingono i fumi di entrambe le
industrie. Mi chiedo perchè oggi si svegliano per parlare di impatto
ambientale negativo. Noi siamo un impianto di essiccazione con
emissioni nocive intorno allo zero, mentre gli altri impianti vanno
ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Dire poi che un vino
cambia di sapore perchè su un terreno esiste una canna fumaria mi
sembra una considerazione di basso profilo.
Sono in molti a sostenere che la sola produzione di nocciolino di
sansa per ovviare all’utilizzo dell’esano, non può ritenersi
sufficiente ai fini di una prevenzione dei danni alla salute,
all’agricoltura e al turismo che scaturirebbero dall’attivazione
dell’impianto.
Si parla di danno ambientale ma mai quantificandolo. Noi non
vogliamo distruggere le imprese agricole del territorio, semmai
vogliamo favorirle. Siccome è stato detto che il nostro impianto
distruggerà il turismo, vogliamo assicurare tutti che in estate non
produrremo fumi; la lavorazione delle olive avviene nelle fasi
invernali, pertanto noi lavoreremo durante l’inverno. Lavoreremo da
novembre a febbraio, mentre nel periodo estivo saremo aperti solo
come punto vendita».
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