Sabato 28 febbraio si sono consegnate e rese ufficiali le 5
liste che concorreranno al rinnovo del Consiglio Comunale e
all’elezione del nuovo sindaco a Veglie.
Si assiste durante questi appuntamenti ad un risveglio
improvviso rispetto al letargo in cui il paese aveva vissuto
fino a poco prima.
A sentire gli umori in giro, la popolazione è alquanto
sconcertata per la trasversalità nella composizione delle
liste: ognuna ha nel suo interno esponenti di chiara
appartenenza politica di destra, sinistra e pezzi di
società civile. La giustificazione a tutto ciò da parte loro
è che non esiste più ideologia e appartenenza, ma si lavora
su di un “progetto” (ma quale?) per il paese e con le
persone che ne condividono lo stesso.
Se così fosse, quale posizione si potrebbe prendere in vista
di appuntamenti regionali e nazionali se i componenti
all’interno sono così eterogenei? Da sempre sensibilità e
priorità delineano una identità culturale e politica molto
distante tra destra e sinistra.
Anch’io sono stata contattata da alcuni candidati sindaci
per scendere in campo, ma mi sono astenuta perché non ne ho
condiviso il “principio” che non ha niente di politico ma
solo di occupazione di potere e poltrone.
Chi andrà a vincere in questa competizione, mi auguro che
vorrà lavorare nell’interesse effettivo della collettività.
Dovrà emergere trasparenza, legalità: informazione e
diffusione del Bilancio Comunale , possibilità di accesso
agli atti amministrativi, maggiore partecipazione attiva
cittadina con il ripristino
delle Consulte e il coinvolgimento del tessuto sociale del
nostro paese; associazioni laiche e religiose, circoli
sociali, culturali, sindacati, per avere una radiografia del
nostro paese e attuare una programmazione vera e
reale dei bisogni della popolazione. Porre un’attenzione
sulla salvaguardia dell’ambiente e combattere l’inquinamento
di qualsiasi natura che ha incrementato un notevole aumento
delle patologie tumorali nel nostro paese.
Per il futuro “progetto politico” a Veglie, io nutro ancora
un sogno: costruire una sinistra unita e riformatrice con
l’aggregazione di forze politiche, movimenti, uomini, donne
e giovani, una casa comune dove dialogare, confrontarsi su
di un progetto di Bene Comune per Veglie.
Da parte mia un imperativo che mi do è quello di mantenere
viva la speranza e spero che non prevalga la delusione di
chi questa speranza l’ha seminata e con i suoi comportamenti
l’ha uccisa definitivamente.
Un faro di luce si intravede in questo paese: la nascita
della “Fabbrica di Nichi Vendola” in vista delle elezioni
regionali. A questi giovani (mica tanto ormai!) dò il mio
forte appoggio perché il Presidente della Puglia continui ad
adoperarsi per il bene della nostra Regione e continui a
farci continuare a sognare e sperare che c’è un altro modo
di fare politica in Italia.
Cecilia Capoccia
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