La sua carriera politica non inizia oggi…
Nel 1996 rientro a Veglie dopo 20 anni di permanenza al
nord. Comincio ad aiutare le persone ammalate di tumore,
soprattutto gli ammalati termini, per i quali mi prodigo
affinché abbiano una morte dignitosa e non da cani. Mi rendo
conto che la gente non è preparata ad affrontare questa
malattia, che spesse volte porta alla morte di una persona
cara. E dico a me stesso: “Perché non creare qui grande
struttura che possa accogliere tutti i malati terminali, i
disabili gravi e gli anziani, come quelle che esistono al
nord?” Per riuscire a realizzare questo sogno, capisco che
devo entrare nell’ingranaggio politico. Arrivano le
amministrative del 2000 e mi tessero con “Alleanza
Nazionale”. Faccio parte prima della lista “Roberto Carlà”
ed ho un suffragio enorme, oltre 500 voti, forse sfiorai i
600… Comunque morale della favola, riesci a raggiungere il
mio scopo. … Durante questo breve periodo ricopro la carica
di assessore ai lavori pubblici, mi interesso di quello che
era il “Conte del Balzo” , una struttura in mano al giudice
fallimentare, di cui vengo a conoscenza grazie al contatto
con personaggi del clero, della regione, della provincia,
della comunità europea. Questa struttura era l'ideale,
perché era posta nell'ambito del paese, in un centro urbano.
Il giudice, allora, ci dice che dovevamo fare una delibera
di consiglio comunale per circa un miliardo di lire, per
poter avere la struttura. Mi viene posta, invece, una
delibera di 980.000.000 di lire. Non faccio nomi, lascio che
sia il padre eterno a decidere della bontà delle mie parole
e delle parole di altrui persone. Praticamente scompare il
mio sogno, che poi doveva essere il sogno di tutti. Strappo
la tessera di AN e da allora non voglio appartenere più a
nessun partito. Mi rendo indipendente e, come tale, sono
rimasto fino ad oggi. Tutte le volte che mi presento alle
elezioni, mi presento per questo scopo. Sono una persona che
ha realizzato tutto da solo, che ha scalato le vette da
solo, senza nessuno che gli possa aver dato una mano. Sono
una persona che non ha nulla da chiedere professionalmente,
a differenza di altri che, invece, continuano a farsi
supportare dalla politica per avere professionalmente degli
incarichi. Mi hanno dato, se mi hanno dato, solo per meriti
quel poco o quel tanto che ho avuto. Sono in politica per
questo e per nient'altro, non esiste per me altra politica.
Cercherò di creare quella struttura, finché avrò le forze,
anche a costo di veder mettere la prima pietra e poi
scomparire. Questo è il mio ideale! Ricordate che l'amore
verso le persone che soffrono è al di sopra di tutto.
Abbiamo notato, sia nel primo consiglio, sia nel secondo,
che ci sono due “strade” nella minoranza consigliare. Quella
di chi si sta opponendo e quella suo, che non si capisce da
che parte sta.
Allora, allora, non è così! Io non conosco le strade degli
altri, né voglio interferire. Io conosco la strada che ha
preso il mio gruppo, “La Svolta per Veglie”, che è quella
indicata nel primo consiglio comunale che ci porta ad essere
coerenti nelle decisioni che dovranno in futuro essere
prese, considerando che attualmente il paese è in grave
difficoltà economica. Se la maggioranza presenta un progetto
che può dare visibilità, che può risolvere i problemi, o
alcuni problemi, del mio paese, l'opposizione della Svolta
per Veglie non sarà un’ opposizione, perché a quel punto io
concorderò con la maggioranza, per il bene del mio paese che
tanto amo. Chiaramente se i punti convergono, è evidente… ma
se ci sono dei punti di divergenza esporrò il mio disappunto
e sarò un oppositore a quello che la maggioranza propone.
E perché non segue gli altri che si astengono?
No, no! Attenzione! Gli altri in questo consiglio comunale
hanno dichiarato di “non votare”, il non voto non presuppone
la presenza in consiglio comunale. In assise posso votare
contro, o a favore, o astenermi. Il non voto presuppone la
non presenza fisica nel consiglio. Quindi, quando loro hanno
dichiarato di “non votare”, si sarebbero dovuti alzare e si
sarebbero dovuti assentare dall'assise. In quel momento il
presidente prendeva coscienza che un gruppo di 3, 2, 1, 10
persone si erano assentate e quindi che c’era un gruppo non
votante. Ma uno che siede là dentro non può dichiarare: “io
non voto”, perché nelle delibere ci sono solo tre voci: a
favore, contrario, astenuto.
L'aggregazione di due diversi modi di vedere la politica,
due diversi modi di interpretare la politica, due diversi
modi di proporsi alla gente non può essere un fattore
favorente all'unione o al fare in modo che si possano
coordinare nei primi consigli comunali le opposizioni. Le
opposizioni devono avere il diritto, insieme ai loro
capigruppo, quando saranno formati, di stabilire determinate
linee comuni contro determinate situazioni di maggioranza.
Oppure ognuno dovrà prendere, in virtù di quello che è il
suo modo di creare e fare politica, la sua strada. Loro
hanno le loro idee, condivisibili o meno da me, io ho le
mie, condivisibili o meno da loro.
Parliamo del revisore dei conti.
Io ho chiesto al Segretario Comunale quale fosse stato
l'atto con cui aveva riaperto i termini, lui mi ha dato
soltanto una mezza risposta dicendo: un tempo ristretto. Non
è vero, perché il tempo c'è stato ed erano termini tutti
delegittimati dai regolamenti, quindi, anche all'albo
pretorio erano stati affissi.
Voglio dire, la ricerca di altre persone è stata poi
evidente, perché guarda caso il primo candidato della
riapertura è stato Giannotta. Non dico che il Revisore non
c'entra con la persona, perché è una persona da me molto
stimata. Però mi viene il dubbio che possa riuscire ad
essere al di sopra delle parti, considerato che era nella
lista degli attuali amministratori.
Se la sua lista fosse stata eletta, non avrebbe fatto la
stessa cosa? Non avrebbe messo al quel posto delicato una
persona di fiducia?
Il fatto di nominare un revisore dei conti che possa essere
l'uomo di fiducia di un’ amministrazione reggente, non mi dà
nessun problema. E' giusto che sia così. La vecchia
amministrazione ha fatto bene a non andare in consiglio
comunale, però, comunque, ha dato a quella subentrante la
possibilità di farlo. La cosa che mi dà fastidio è che sia
stato preso un candidato della propria lista e messo come
Revisore dei Conti, come a volergli dare il contentino. E'
così palese! Alcuni esponenti di questa maggioranza, che
hanno fatto in passato opposizione ed anche maggioranza,
hanno criticato in altre circostanze questi tipi di
valutazioni e criteri adottati per scegliere le persone,
mentre oggi hanno fatto esattamente ciò che criticavano un
tempo.
Nella sua lista aveva candidato diversi ragionieri.
Durante la campagna elettorale avete avuto modo di visionare
il bilancio comunale? In quel periodo si è parlato di un
debito altissimo. L'assessore De Bartolomeo ha detto che il
debito non è così alto come si diceva e che il comune lo
annullerà nell'arco di due anni.
Premetto che quello che gli altri fanno e dicono non può
essere di mia competenza. Durante la mia campagna elettorale
non ho mai fatto conti. Anche perché, quando vai a fare dei
conti sul bilancio, non hai mai l'esatta cognizione di ciò
che lascia un’ amministrazione e qual è il proseguio, anche
perché non sei dentro. Dal maggio 2009, cioè da quando ci
siamo dimessi, non abbiamo potuto più seguire attentamente
l'evoluzione di ciò che avveniva. E' vero anche che ci sono
delle spese che non sono state documentate o che, comunque,
sono state documentate ma non sono state consegnate e rese
note all'amministrazione, o comunque non sono state messe
nel bilancio. Quindi si dovrà, sicuramente, ripescare le
fatture pagate e quelle non pagate e ciò che non può essere
quantificato. L’ammontare effettivo del debito lo si vedrà
poi con il bilancio. Il bilancio che stiamo predisponendo
adesso è soltanto un bilancio tecnico. E' un bilancio preso
dalla vecchia amministrazione, perché non c’è il tempo per
farne uno nuovo. I numeri di cui parlava Greco e che
esponeva, sono numeri di cui lui si è fatto carico… forse
probabilmente si è informato attraverso altrui persone, per
affermare che c'era un debito così mostruoso! Però, se ciò
dovesse essere vero, in due anni, un comune non riuscirebbe
mai e poi mai a ripianarlo. Ci vorrebbero 9 anni se non 90
anni. … Ricordatevi che gli Swap (che rappresentano il
pericolo di banca rotta per il nostro comune) sono stati non
solo votati da alcuni esponenti attuali che facevano parte
dell'allora maggioranza, ma sono stati anche favoriti da
questi stessi esponenti, mentre noi, allora, in opposizione
ci opponemmo alla conclusione di questo tipo di contratti.
C'è anche da dire che gli swap erano a tasso variabile e che
attualmente il tasso basso, per alcuni aspetti, può favorire
il comune di Veglie. Ma attenzione, prima si chiudono gli
swap e meglio è! E a questo proposito, bisogna dire che le
stesse persone della vecchia amministrazione, che oggi sono
nell’attuale maggioranza, non vollero “forzare”, all’epoca,
la chiusura degli swap.
Lei è molto stimato a Veglie, tutti sanno quanto si dà da
fare per dare sostegno agli ammalati e alle loro famiglie.
Non crede che l’impegno in politica possa togliere tempo a
questa attività che, per altro, sappiamo svolge a titolo di
volontariato?
Prima di tutto, non sottraggo tempo a coloro che soffrono.
Perché come ho detto prima, entrare in politica vuol dire
riuscire a realizzare quella struttura. Anche se dovessi
togliere qualche minuto, non ore, ai pazienti, quella
struttura consentirà un domani, a chi verrà dopo di me e a
chi verrà dopo quei malati, di stare sicuramente più sereni.
E’ questo per cui combatto. Se tolgo 1 è per dare 100 agli
altri. Qualcuno ha detto che ho fatto campagna elettorale,
andando a chiedere il voto in funzione di quello che ho
fatto per le famiglie in difficoltà. Chi l'ha detto o chi lo
pensa dovrebbe vergognarsi. Perché, potete accertarvi,
quando sono entrato nelle case non ho mai chiesto il voto in
cambio di quello che che ho fatto. Durante le campagne
elettorali, evito di andare da molte persone, perché non
voglio che pensino che lo faccio per avere il voto. Se
trovassi qualcun'altro che potesse realizzare quella
struttura, gli darei tutto l'apporto ed uscirei fuori dalla
politica. Ma il problema è che nessuno dei miei colleghi si
è messo nelle condizioni di fare qualcosa per questo paese e
per coloro che soffrono. Gli ammalati mi chiamano anche alle
tre di notte perché io vada da loro, sia in inverno che in
estate, senza che io chieda nulla in cambio e non perché sia
ricco. In realtà, io nasco da una famiglia povera. Sapete
cos'è la povertà? Ho bevuto il latte di farina, sono andato
in giro con le scarpe rotte e i miei genitori sono emigrati
in Germania. Tutto quello che ho costruito, l'ho realizzato
solo con il mio stipendio.
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