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Le interviste

06 maggio 2010 - la Redazione

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Intervista al Consigliere dott. Claudio Paladini

(realizzata da Mauro Mea e Marco Palma il 26 aprile 2010)

 

La sua carriera politica non inizia oggi…
Nel 1996 rientro a Veglie dopo 20 anni di permanenza al nord. Comincio ad aiutare le persone ammalate di tumore, soprattutto gli ammalati termini, per i quali mi prodigo affinché abbiano una morte dignitosa e non da cani. Mi rendo conto che la gente non è preparata ad affrontare questa malattia, che spesse volte porta alla morte di una persona cara. E dico a me stesso: “Perché non creare qui grande struttura che possa accogliere tutti i malati terminali, i disabili gravi e gli anziani, come quelle che esistono al nord?” Per riuscire a realizzare questo sogno, capisco che devo entrare nell’ingranaggio politico. Arrivano le amministrative del 2000 e mi tessero con “Alleanza Nazionale”. Faccio parte prima della lista “Roberto Carlà” ed ho un suffragio enorme, oltre 500 voti, forse sfiorai i 600… Comunque morale della favola, riesci a raggiungere il mio scopo. … Durante questo breve periodo ricopro la carica di assessore ai lavori pubblici, mi interesso di quello che era il “Conte del Balzo” , una struttura in mano al giudice fallimentare, di cui vengo a conoscenza grazie al contatto con personaggi del clero, della regione, della provincia, della comunità europea. Questa struttura era l'ideale, perché era posta nell'ambito del paese, in un centro urbano. Il giudice, allora, ci dice che dovevamo fare una delibera di consiglio comunale per circa un miliardo di lire, per poter avere la struttura. Mi viene posta, invece, una delibera di 980.000.000 di lire. Non faccio nomi, lascio che sia il padre eterno a decidere della bontà delle mie parole e delle parole di altrui persone. Praticamente scompare il mio sogno, che poi doveva essere il sogno di tutti. Strappo la tessera di AN e da allora non voglio appartenere più a nessun partito. Mi rendo indipendente e, come tale, sono rimasto fino ad oggi. Tutte le volte che mi presento alle elezioni, mi presento per questo scopo. Sono una persona che ha realizzato tutto da solo, che ha scalato le vette da solo, senza nessuno che gli possa aver dato una mano. Sono una persona che non ha nulla da chiedere professionalmente, a differenza di altri che, invece, continuano a farsi supportare dalla politica per avere professionalmente degli incarichi. Mi hanno dato, se mi hanno dato, solo per meriti quel poco o quel tanto che ho avuto. Sono in politica per questo e per nient'altro, non esiste per me altra politica. Cercherò di creare quella struttura, finché avrò le forze, anche a costo di veder mettere la prima pietra e poi scomparire. Questo è il mio ideale! Ricordate che l'amore verso le persone che soffrono è al di sopra di tutto.

Abbiamo notato, sia nel primo consiglio, sia nel secondo, che ci sono due “strade” nella minoranza consigliare. Quella di chi si sta opponendo e quella suo, che non si capisce da che parte sta.
Allora, allora, non è così! Io non conosco le strade degli altri, né voglio interferire. Io conosco la strada che ha preso il mio gruppo, “La Svolta per Veglie”, che è quella indicata nel primo consiglio comunale che ci porta ad essere coerenti nelle decisioni che dovranno in futuro essere prese, considerando che attualmente il paese è in grave difficoltà economica. Se la maggioranza presenta un progetto che può dare visibilità, che può risolvere i problemi, o alcuni problemi, del mio paese, l'opposizione della Svolta per Veglie non sarà un’ opposizione, perché a quel punto io concorderò con la maggioranza, per il bene del mio paese che tanto amo. Chiaramente se i punti convergono, è evidente… ma se ci sono dei punti di divergenza esporrò il mio disappunto e sarò un oppositore a quello che la maggioranza propone.

E perché non segue gli altri che si astengono?
No, no! Attenzione! Gli altri in questo consiglio comunale hanno dichiarato di “non votare”, il non voto non presuppone la presenza in consiglio comunale. In assise posso votare contro, o a favore, o astenermi. Il non voto presuppone la non presenza fisica nel consiglio. Quindi, quando loro hanno dichiarato di “non votare”, si sarebbero dovuti alzare e si sarebbero dovuti assentare dall'assise. In quel momento il presidente prendeva coscienza che un gruppo di 3, 2, 1, 10 persone si erano assentate e quindi che c’era un gruppo non votante. Ma uno che siede là dentro non può dichiarare: “io non voto”, perché nelle delibere ci sono solo tre voci: a favore, contrario, astenuto.
L'aggregazione di due diversi modi di vedere la politica, due diversi modi di interpretare la politica, due diversi modi di proporsi alla gente non può essere un fattore favorente all'unione o al fare in modo che si possano coordinare nei primi consigli comunali le opposizioni. Le opposizioni devono avere il diritto, insieme ai loro capigruppo, quando saranno formati, di stabilire determinate linee comuni contro determinate situazioni di maggioranza. Oppure ognuno dovrà prendere, in virtù di quello che è il suo modo di creare e fare politica, la sua strada. Loro hanno le loro idee, condivisibili o meno da me, io ho le mie, condivisibili o meno da loro.

Parliamo del revisore dei conti.
Io ho chiesto al Segretario Comunale quale fosse stato l'atto con cui aveva riaperto i termini, lui mi ha dato soltanto una mezza risposta dicendo: un tempo ristretto. Non è vero, perché il tempo c'è stato ed erano termini tutti delegittimati dai regolamenti, quindi, anche all'albo pretorio erano stati affissi.
Voglio dire, la ricerca di altre persone è stata poi evidente, perché guarda caso il primo candidato della riapertura è stato Giannotta. Non dico che il Revisore non c'entra con la persona, perché è una persona da me molto stimata. Però mi viene il dubbio che possa riuscire ad essere al di sopra delle parti, considerato che era nella lista degli attuali amministratori.

Se la sua lista fosse stata eletta, non avrebbe fatto la stessa cosa? Non avrebbe messo al quel posto delicato una persona di fiducia?
Il fatto di nominare un revisore dei conti che possa essere l'uomo di fiducia di un’ amministrazione reggente, non mi dà nessun problema. E' giusto che sia così. La vecchia amministrazione ha fatto bene a non andare in consiglio comunale, però, comunque, ha dato a quella subentrante la possibilità di farlo. La cosa che mi dà fastidio è che sia stato preso un candidato della propria lista e messo come Revisore dei Conti, come a volergli dare il contentino. E' così palese! Alcuni esponenti di questa maggioranza, che hanno fatto in passato opposizione ed anche maggioranza, hanno criticato in altre circostanze questi tipi di valutazioni e criteri adottati per scegliere le persone, mentre oggi hanno fatto esattamente ciò che criticavano un tempo.

Nella sua lista aveva candidato diversi ragionieri. Durante la campagna elettorale avete avuto modo di visionare il bilancio comunale? In quel periodo si è parlato di un debito altissimo. L'assessore De Bartolomeo ha detto che il debito non è così alto come si diceva e che il comune lo annullerà nell'arco di due anni.
Premetto che quello che gli altri fanno e dicono non può essere di mia competenza. Durante la mia campagna elettorale non ho mai fatto conti. Anche perché, quando vai a fare dei conti sul bilancio, non hai mai l'esatta cognizione di ciò che lascia un’ amministrazione e qual è il proseguio, anche perché non sei dentro. Dal maggio 2009, cioè da quando ci siamo dimessi, non abbiamo potuto più seguire attentamente l'evoluzione di ciò che avveniva. E' vero anche che ci sono delle spese che non sono state documentate o che, comunque, sono state documentate ma non sono state consegnate e rese note all'amministrazione, o comunque non sono state messe nel bilancio. Quindi si dovrà, sicuramente, ripescare le fatture pagate e quelle non pagate e ciò che non può essere quantificato. L’ammontare effettivo del debito lo si vedrà poi con il bilancio. Il bilancio che stiamo predisponendo adesso è soltanto un bilancio tecnico. E' un bilancio preso dalla vecchia amministrazione, perché non c’è il tempo per farne uno nuovo. I numeri di cui parlava Greco e che esponeva, sono numeri di cui lui si è fatto carico… forse probabilmente si è informato attraverso altrui persone, per affermare che c'era un debito così mostruoso! Però, se ciò dovesse essere vero, in due anni, un comune non riuscirebbe mai e poi mai a ripianarlo. Ci vorrebbero 9 anni se non 90 anni. … Ricordatevi che gli Swap (che rappresentano il pericolo di banca rotta per il nostro comune) sono stati non solo votati da alcuni esponenti attuali che facevano parte dell'allora maggioranza, ma sono stati anche favoriti da questi stessi esponenti, mentre noi, allora, in opposizione ci opponemmo alla conclusione di questo tipo di contratti. C'è anche da dire che gli swap erano a tasso variabile e che attualmente il tasso basso, per alcuni aspetti, può favorire il comune di Veglie. Ma attenzione, prima si chiudono gli swap e meglio è! E a questo proposito, bisogna dire che le stesse persone della vecchia amministrazione, che oggi sono nell’attuale maggioranza, non vollero “forzare”, all’epoca, la chiusura degli swap.

Lei è molto stimato a Veglie, tutti sanno quanto si dà da fare per dare sostegno agli ammalati e alle loro famiglie. Non crede che l’impegno in politica possa togliere tempo a questa attività che, per altro, sappiamo svolge a titolo di volontariato?
Prima di tutto, non sottraggo tempo a coloro che soffrono. Perché come ho detto prima, entrare in politica vuol dire riuscire a realizzare quella struttura. Anche se dovessi togliere qualche minuto, non ore, ai pazienti, quella struttura consentirà un domani, a chi verrà dopo di me e a chi verrà dopo quei malati, di stare sicuramente più sereni. E’ questo per cui combatto. Se tolgo 1 è per dare 100 agli altri. Qualcuno ha detto che ho fatto campagna elettorale, andando a chiedere il voto in funzione di quello che ho fatto per le famiglie in difficoltà. Chi l'ha detto o chi lo pensa dovrebbe vergognarsi. Perché, potete accertarvi, quando sono entrato nelle case non ho mai chiesto il voto in cambio di quello che che ho fatto. Durante le campagne elettorali, evito di andare da molte persone, perché non voglio che pensino che lo faccio per avere il voto. Se trovassi qualcun'altro che potesse realizzare quella struttura, gli darei tutto l'apporto ed uscirei fuori dalla politica. Ma il problema è che nessuno dei miei colleghi si è messo nelle condizioni di fare qualcosa per questo paese e per coloro che soffrono. Gli ammalati mi chiamano anche alle tre di notte perché io vada da loro, sia in inverno che in estate, senza che io chieda nulla in cambio e non perché sia ricco. In realtà, io nasco da una famiglia povera. Sapete cos'è la povertà? Ho bevuto il latte di farina, sono andato in giro con le scarpe rotte e i miei genitori sono emigrati in Germania. Tutto quello che ho costruito, l'ho realizzato solo con il mio stipendio.
 

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