Sansificio, ora la
«Salento Agricolo» diffida l'amministrazione comunale:
«Abbiamo tutte le carte in regola – è il succo della missiva
arrivata sul tavolo del primo cittadino Alessandro Aprile –
non potete non farci aprire». La diffida è arrivata al
protocollo del Comune di Veglie il 29 settembre scorso; a
firmarla è Francesco Rizzo, il presidente del consiglio
d'amministrazione della «Salento Agricolo», il consorzio
agrario che è subentrato nella gestione alla «Oil Salento»,
consorziando 8.600 coltivatori
della provincia di Lecce e prendendo in
affitto l'impianto di essicazione di sansa e produzione di
nocciolino in località “La casa”.
In sostanza l'azienda ha
chiesto al Comune di rilasciare l'accertamento di conformità
dell'impianto, un atto che concluderebbe il tormentato iter
urbanistico (di competenza del Comune), lasciando così
l'ultima parola alla Provincia di Lecce, titolare invece
delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.
Proprio sul fronte
urbanistico si erano registrate le vittorie giudiziarie del
fronte del no al sansificio; non solo il Tar, ma anche il
Consiglio di Stato
aveva infatti sancito che l'impianto era
pensato su una logica industriale e non come ultimo anello
di una filiera agroalimentare, per cui non era
giustificabile la sua nascita in zona agricola.
Da qui la sentenza
sfavorevole alla Oil Salento, che aveva di fatto comportato
anche un'ordinanza di demolizione dell'impianto e il
ripristino dello stato dei luoghi. Proprio quelle sentenze
sfavorevoli alla «Oil Salento» vengono ora citate nella
diffida della «Salento Agricolo»: il consorzio agrario
riunisce al proprio interno alcuni dei frantoi più noti
della provincia (Primolio di Casarano, Congedi di
Ugento, Nuova Generazione di Martano,
Melcarne del Capo di Leuca e diversi altri), che raggruppano
circa 8.600 olivicoltori. Ora che l'impianto è stato preso
in affitto da una cooperativa di frantoi, si legge nella
diffida della «Salento agricolo», i requisiti richiesti dai
giudici amministrativi per far funzionare il sansificio ci
sono tutti.
Da qui la richiesta al
Comune per l'accertamento di conformità. Il cerino, insomma,
passa in mano all'amministrazione comunale e al sindaco
Aprile, che proprio in questi giorni sta studiando come
affrontare la questione.