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Lettere

06 giugno 2011 - di Giovanni Caputo

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La Libertà è Partecipazione


Qualche mese fa, avevo scritto che il sistema Italia era minacciato dall’incapacità della politica ad affrontare i problemi degli italiani, dopo qualche giorno il censimento Istat presenta una situazione del nostro paese ancora più drammatica.
La paura di scivolare nella povertà, il calo del potere d’acquisto, la minore capacità di risparmiare e il gonfiarsi del numero dei giovani che non trovano lavoro, sono, secondo i dati Istat, gli aspetti di un declino di cui i cittadini sono consapevoli, ma la classe politica di Governo non riesce a rendersene conto.

Allora sarebbe obbligatorio che i Governi, anche quelli locali, leggessero il rapporto dell’Istat e fossero più attenti a quei segnali messi in atto dagli attuali comportamenti della società:
• il voto delle amministrative, che spinge verso cambiamenti profondi nella rappresentanza;
• il flusso in continuo aumento dei neolaureati che vanno a cercare fortuna all’estero,
• il numero esplosivo dei ventenni che non studiano e non lavorano, un pezzo di generazione futura che sta immobile e rischia di essere perduta per sempre.
Sono due milioni e centomila cittadini tra i 15 e i 29 anni che non fanno nulla. Sono oltre il 22 per cento dei giovani italiani che non hanno alcun reddito e vivono degli stipendi dei genitori, delle pensioni dei nonni e dei risparmi delle generazioni che li hanno preceduti.

Il rapporto dell’Istat c’informa, inoltre, che dal mercato del lavoro sono state espulse 800 mila donne, che hanno avuto la grave colpa di aver messo al mondo un figlio. Di fatto, si è reso impossibile ad una madre conciliare lavoro e maternità. Un altro segno che va contro natura.

Passa ancora qualche giorno e arriva la relazione del Governatore Draghi. “L'analisi dei mali che affliggono la società italiana è stata impietosa e la denuncia della miopia della politica è risuonata altrettanto netta”.
La lista del Governatore è fatta di proposte, di obiettivi, di linee d’azione e si apre con l'efficienza della giustizia civile, il sistema dell'istruzione, la concorrenza, il mercato del lavoro e gli investimenti nelle infrastrutture. “Si tratta di riforme alcune delle quali, da sole, valgono un punto di Pil e che vanno realizzate pensando a quale Paese lasceremo ai nostri figli”.

Nonostante le indagini dell’ISTAT e le soluzioni del Governatore della Banca d’Italia siano concrete e perseguibili, c’è un Governo incapace di ascoltare e leggere i bisogni degli Italiani e c’è una società che cerca di farsi ascoltare, attraverso i mezzi della partecipazione.

La nostra società, tenuta insieme per anni da paure ed interessi, stanca della volgarità delle promesse mancate, risponde con i linguaggi fondanti delle virtù civiche, come altruismo, bene comune e solidarietà.
Nel mio intervento concludevo: l’aria è talmente avvelenata che, per ora, non s’intravede nessuna proposta di coesione sociale in grado di lavorare per la crescita di questo nostro paese.

Lunedì 30 maggio l’aria è iniziata a cambiare. Ed è importante che continui a cambiare lunedì 13 giugno, poiché attraverso la partecipazione al voto, gli italiani potranno riprendersi la loro sovranità.

Consapevoli che non è così dappertutto, poiché in nord Africa la partecipazione al cambiamento delle nuove generazioni, che hanno scelto di essere protagoniste del loro futuro con qualsiasi mezzo, comporta di mettere in conto, in questo percorso, la vita.


Giovanni Caputo