Il 4 agosto 2011 il Tar Lecce, sez.III, ha pubblicato l’attesa sentenza
n. 1484/2011 (leggi
la sentenza), inerente la vicenda sansificio, statuendo sul ricorso
proposto dal Consorzio agrario Salento agricolo avverso il diniego
opposto dal comune di Veglie sull’istanza di sanatoria presentata.
Il Collegio adito, pronunciandosi nel merito della questione, ha, sulla
scorta di quanto affermato dal Consiglio di Stato con le sentenze nn.
885, 887 e 888 del 2010, ribadito che l’impianto proposto in prima
istanza dalla Oil Salento e riproposto, in maniera sostanzialmente
identica, dal Consorzio Agrario Salento Agricolo risulta in pieno
contrasto con la destinazione urbanistica della zona di insediamento che
è appunto zona agricola.
Tale affermazione scaturisce da precise osservazioni: “Non si è,
pertanto, in presenza di una attività strettamente connessa alla
trasformazione di prodotti agricoli, bensì di una vera e propria
attività industriale di secondo livello, che utilizza residui derivanti
dalla lavorazione dell’oliva provenienti da opifici operanti su una
vasta area territoriale e in cui la precedente lavorazione ne ha
spezzato la diretta derivazione dalla produzione agricola in quanto
tale.”
Ed ancora, sempre secondo il Tar Lecce “…….un impianto può essere
considerato strettamente connesso con la trasformazione di prodotti
agricoli in quanto l’aspetto industriale di trasformazione sia, per un
verso, connesso alla chiusura del ciclo produttivo agricolo e, per altro
verso, non sia prevalente, per modalità di approvvigionamento o di
trasformazione, rispetto all’attività agricola in quanto tale.”
Sulla scora di tali considerazioni quindi, nella sentenza n.1484/2011 si
ritiene l’insussistenza della connessione dell’attività proposta dal
Consorzio Agrario all’attività agricola, presupposto questo richiesto
dalle NTA del Comune di Veglie.
Nel giudizio in questione, si è costituita l’Amministrazione comunale
con gli Avv.ti Angelo Vantaggiato e Pietro Quinto. Certamente importante
è stato l’intervento del Comune di Campi Salentina con l’Avv.Francesca
Marzano, del Comune di San Pancrazio Salentino con l’Avv.Adriano
Tolomeo, dei Comuni di Salice Salentino, Porto Cesareo e Guagnano con
gli Avv.Ti Pietro Quinto e Adriano Tolomeo e del Comune di San Donaci
con l’Avv.Pietro Quinto, amministrazioni queste che hanno inteso
difendere unitariamente il territorio da loro in cui sono insediate.
Sono altresì intervenuti in giudizio una serie di privati e associazioni
al fine di difendere il territorio, l’ambiente e la vacazione turistica
dalle ripercussioni negative che sarebbero potute derivare
dall’attivazione dell’impianto di essiccazione. In particolare, questi
erano gli interventori: la “Confederazione Italiana Agricoltori - Cia”
di Lecce, “Legambiente” - Comitato Regionale Pugliese, l’Associazione
“Save Salento”, la “Cgil - Camera del Lavoro Territoriale” di Lecce, la
“Pro Loco” di Veglie, l’Associazione “Salute Pubblica”, l’Associazione
“Nuova Messapia”, il “Comitato Ambiente Sano”, l’Associazione “Salento
Terra D’Arneo Turismo Rurale”, l’Azienda Agrituristica “Torre del
Cardo”, l’Azienda Agricola “Casa Porcara”, l’Azienda Agricola “Memmo
Lina”, l’Azienda Agricola “San Giovanni” di Petito Stefania e Podo
Brunetti Salvatore s.s., l’Azienda Agricola “Petito Fabiana”, l’Azienda
Agricola “Lucia Costantini”, l’Azienda Agricola “Fabrizia del Balzo”,
l’Azienda Agricola “Cerfeta” di Ripa Giorgio, l’Azienda Agricola
“Cascione Antonio”, il “Consorzio Tutela e Valorizzazione del Vino Doc
Salice Salentino” e l’Associazione Cittadinanza attiva Onlus Tribunale
per i Diritti del Malato” con l’Avv.Serena Saponaro. Ed ancora Pasquale
Frisenda, Angelica Colazzo, l’“Associazione Consumatori Organizzati”,
rappresentati e difesi dall’Avv. Gianluigi Manelli; l’Associazione
“Italia Nostra” rappresentata e difesa dall’Avv. Donato Saracino, Tenute
Mater Domini” società agricola a r.l., rappresentata e difesa dall’Avv.
Saverio Sticchi Damiani.
È evidente che l’azione congiunta di tanti soggetti denota l’interesse
per le sorti del territorio e soprattutto costituisce il principale
presupposto per l’ottenimento di un risultato positivo come quello oggi
verificatosi. È stato chiaramente dimostrato che la sostanza del
progetto “sansificio”, il quale altro non è che un impianto industriale,
non può essere mutata grazie ad una semplice qualifica soggettiva, quale
quella di imprenditore agricolo, che un Neo consorzio, costituitosi per
“l’occasione”, ritiene di possedere.
COMITATO AMBIENTE SANO
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