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Lettere |
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17 ottobre 2011 - dal Consigliere Comunale dott. Maurilio Nicolaci |
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Incapacità o inadeguatezza Commento alla seduta di Consiglio Comunale del 3/10/2011 |
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Per il 3/10/2011 è stato indetto un Consiglio Straordinario (ndr guarda il video registrato) per discutere dei seguenti argomenti all’ordine del giorno:
1) Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti; 2) Art.194, comma 1, lett.e) D.Lgs. n. 267/2000 – Riconoscimento debito fuori bilancio e contestuale variazione di bilancio; 3) Salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione dello stato di attuazione dei programmi (Art. 193 del D.lgs. n. 267/2000); 4) Deliberazione consiliare n. 16 del 15/03/2010: “Determinazioni circa la cessione in comodato dello stabile comunale sito in Largo Parco delle Rimembranze e sua riqualificazione funzionale per destinarlo a Centro Polifunzionale Territoriale per Servizi Sanitari”. Modifica e integrazione; 5) Referendum abrogativo delle decisioni assunte con la deliberazione consiliare n. 16 del 15/03/2010 avente ad oggetto “Determinazioni circa la cessione in comodato dello stabile comunale sito in Largo Parco delle Rimembranze e sua riqualificazione funzionale per destinarlo a Centro Polifunzionale Territoriale per Servizi Sanitari”- Determinazioni;
Dopo aver votato per il primo punto all’ordine del giorno, si è passati a discutere del secondo punto all’ordine del giorno; la maggioranza ha portato in Consiglio, per l’approvazione, un debito fuori bilancio che scaturisce dalla differenza su una parcella di un noto professionista che nel periodo 2007/ 2010 ha difeso l’amministrazione da tutta una serie di contenziosi. Il debito nasceva dal mancato impegno delle somme richieste dal professionista. Bisogna dare atto che l’attuale amministrazione ha intrapreso un nuovo criterio per gli incarichi ai legali, impegnando somme che potrebbero essere molto più vicine ai reali compensi che verranno liquidati ai professionisti. Questo nel mio intervento è stato detto, anche se, ad avviso dello scrivente, l’intera operazione viene conclusa con la determinazione dell’esatto debito nei confronti del professionista nel mese di febbraio 2011 e di questo atto nulla si sa circa la sua natura ( debito fuori bilancio) sino alla data odierna. Nel frattempo, la maggioranza propone e si arriva all’approvazione del bilancio di previsione 2011 e del conto consuntivo del 2010; in questi atti non si fa riferimento a tutto ciò nelle varie relazioni del Revisore e del responsabile dell’Ufficio Ragioneria. Addirittura una parte del debito fuori bilancio che complessivamente ammonta a circa € 30000, viene liquidata al professionista in data antecedente rispetto al suo riconoscimento. E’ corretto tutto questo ? Io credo di no, anche perché molto spesso si è parlato in consiglio di situazione debitoria difficile e pertanto di occasioni ce ne sono state per parlarne. Sull’argomento è intervenuto il consigliere Cutrino che ha voluto evidenziare che si trattasse di incarichi dati dalla precedente amministrazione e che andava informata la popolazione. Allo stesso lo scrivente ha risposto che esiste di fatto la continuità amministrativa, e per correttezza andavano evidenziati tutti i debiti che le varie amministrazioni che si sono succedute, si sono trovate a pagare e non di loro competenza, a partire dall’amministrazione Greco, poi Carlà ed infine Fai. Alla fine della discussione la maggioranza riconosce il debito fuori bilancio, mentre la minoranza si astiene. Al terzo punto all’ordine del giorno c’era la salvaguardia per gli equilibri di bilancio. Si tratta di un adempimento previsto dal Testi Unico degli enti locali, i quali devono almeno una volta l’anno entro il 30/9 di ogni esercizio valutare e pertanto fare una ricognizione sullo stato dei programmi, verificare che i dati contabili siano in equilibrio, attestare che si raggiungeranno gli obiettivi previsti dal bilancio di previsione e laddove dovessero verificarsi dei disequilibri, adottare quelle modifiche per riequilibrare i conti dell’ente. E’ anche un momento importante perché l’ente, attraverso una ricognizione presso i responsabili di settore, verificano l’esistenza di debiti fuori bilancio. Dalle relazioni e da quanto riportato dall’assessore al ramo, l’ente è in equilibrio, non esistono debito fuori bilancio, eccetto le due sentenze che hanno visto soccombere il Comune di Veglie per eventi verificatisi rispettivamente negli anni 80-90 e nel 1996. L’amministrazione valuterà entro il 30/11/2011 se ci sono gli estremi per il loro riconoscimento. Circa i programmi, l’assessore, evidenziando un leggero ritardo, ha affermato che gli obiettivi fissati con il bilancio di previsione si realizzeranno. La maggioranza ha votato questa delibera, mentre l’opposizione si è astenuta. L’argomento clou del consiglio era il quarto punto all’ordine del giorno. La maggioranza dopo aver ritirato nell’ultimo consiglio comunale del 25/8/2011, la delibera che prevedeva la cessione in comodato della metà della struttura comunale sita in Parco delle Rimembranze, a seguito dei suggerimenti e critiche che tutta l’opposizione ha fatto alla maggioranza sia in commissione che in Consiglio Comunale, ripropone la stessa delibera per la sua approvazione. Questa delibera, che doveva rappresentare un punto di partenza per una crescita nel territorio di servizi sanitari integrati per la popolazione e la possibilità di sviluppo economico del territorio finisce il suo lunghissimo iter dopo 19 mesi dall’insediamento di questa maggioranza e nel peggiore dei modi. Da sempre per la maggioranza il Centro Polifunzionale Territoriale è risultato un problema, e questo si evince chiaramente da tutti i tentativi che ha cercato di adottare per spostare la sua ubicazione originaria verso altre sedi. Nonostante i numerosi suggerimenti da parte dello scrivente e da parte anche di altri consiglieri della minoranza, l’amministrazione Carlà - Greco ha perso del tempo, a mio avviso prezioso, in quanto oggi il CPT sarebbe stato operativo. Nonostante il lungo periodo di tempo perso, alla fine questa amministrazione ha di fatto deciso di non decidere, ossia ha concesso solo una parte della struttura comunale, e lo ha fatto anche nel peggiore dei modi, tagliando in due il plesso di Parco delle Rimembranze come fosse una torta. I problemi che derivano da questa decisione sono molteplici come ho già rilevato sia in consiglio che in commissione:
1) problemi di spazio; 3) problemi di diseconomie nella gestione dei servizi amministrativi; 4) problemi legati alla fase di ristrutturazione; 5) problemi strutturali dello stabile una volta terminato il periodo di comodato. Bisogna innanzitutto partire da un dato di fatto, ossia che la struttura di Parco delle Rimembranze è una struttura desueta, ossia che ha un certo numero di anni e che necessita comunque di una importante ristrutturazione. Quando evidenzio problemi di spazio, parto da un presupposto che era la delibera del 15/3/2010 con la quale il Consiglio Comunale dava l’intero plesso di Parco delle Rimembranze e l’Asl che si impegnava a ristrutturare l’intero immobile e trasferire tutta una serie di servizi e offriva la possibilità ai medici di base e ai pediatri di poter utilizzare un’unica struttura per la loro attività sul territorio, aumentando anche il numero di ore di apertura al pubblico. L’Asl, attraverso il direttore del distretto sanitario, ha accettato qualsiasi soluzione proposta dall’amministrazione, passando dall’intera struttura di Parco delle Rimembranze, alla struttura di via IV novembre, per poi ipotizzare la struttura di via Salice, per poi tornare su una metà della struttura di Parco delle Rimembranze. Quindi da parte della Asl, non è stato mai posto nessun problema, ma sicuramente, avendo a disposizione uno spazio notevolmente ridotto rispetto all’ipotesi originaria, la stessa avrà l’alibi nel ridurre i servizi da trasferire sul nostro territorio. Su questo argomento uno degli stessi consiglieri di maggioranza ossia il dott. Gennachi che, in quanto medico, sicuramente, rispetto agli altri, ha maggiore cognizione del problema nel consiglio comunale del 25/8/2011 dice: “Io mi auguro che tutta questa serie di servizi verranno realizzati o comunque dovrebbe esserci l’impegno nostro costante al che questi servizi vengano portati a Veglie, che cambierebbe veramente il modo di fare medicina sul territorio, ma se dobbiamo attuare tutti questi servizi quegli spazi che oggi noi stiamo concedendo all’A.S.L. saranno un po’ contenuti, stretti e sono un po’ limitati. Si sarebbe potuti essere un po’ più larghi nel concedere, questo è il mio distinguo, altri spazi all’A.S.L. nella speranza che possano essere tutti quanti ristrutturati e messi a norma per i diversi servizi. Forse conveniva lasciare soltanto l’attuale ufficio anagrafe e portare tutto via non in tempi brevissimi in via Salice, ci sarebbero stati diversi aspetti utili in questo trasferimento completo, ci sono anche delle esigenze politiche oltre che funzionali e sociali e qui la politica l’ha fatta alla grande. La politica ha preferito mantenere alcune esigenze fondamentalmente politiche trascurando un po’ quelle che sono le esigenze reali dei nostri concittadini, la richiesta cosiddetta di salute Sono favorevole, e questo è il primo passo, con questo piccolo distinguo che lascia un po’ di amaro in bocca: si poteva essere un po’ più larghi, pensare meno piccoli distingui così apparentemente formali e andare avanti con una maggiore apertura verso i servizi sanitari in futuro”. Le affermazioni del consigliere Gennachi, che hanno poi una conseguenza politica, in quanto nella seduta del 3/10/2011, lo stesso non partecipa alla discussione e al voto, devono far pensare ad una vera e propria ripicca politica e non al bene della cittadinanza. E questa volta non è l’opposizione a dirlo. Altro problema è quello della viabilità: la maggioranza non ha presentato un piano di viabilità della zona; una volta terminata la ristrutturazione ciò porterà ad un vera e propria congestione del traffico. Lo spostamento degli uffici comunali in via Salice, tra l’altro già previsto da una delibera comunale emessa nel periodo in cui sindaco era Carlà Roberto, avrebbe dato l’opportunità di concentrare le attività comunali, evitare dispendio di tempo ed energie per gli spostamenti, ma soprattutto risparmio in termini di minori spese per il riscaldamento, il condizionamento e la manutenzione degli edifici. Altra fase critica sarà il periodo della ristrutturazione, con maestranze che opereranno su una parte dell’edificio e dall’altra parte impiegati che dovranno ricevere il pubblico e offrire servizi ai cittadini. Infine, una volta terminata la ristrutturazione, i cittadini di Veglie si troveranno una struttura divisa a metà: Una parte ristrutturata e l’altra no; differenze negli infissi nei pavimenti. Dovrà essere realizzato necessariamente un altro ascensore, con interventi definitivi e spreco di denaro pubblico. Tra 25 anni o prima, se l’Asl vorrà recedere dal protocollo, i cittadini di Veglie si troveranno uno stabile stravolto. Da tutta questa vicenda emerge una sola conclusione:i politici di Veglie sono stati INCAPACI ! La minoranza non è riuscita a far capire l’importanza del CPT come volano di sviluppo del territorio e nel campo socio-assistenziale. La maggioranza è stata incapace di gestire questa opportunità. Gli screzi politici, le parole date in campagna elettorale, gli interessi diretti e indiretti, hanno avuto la meglio su quello che doveva essere il solo punto di riferimento di qualsiasi scelta ossia l’INTERESSE DEI CITTADINI. Allora quando viene meno il fine primario dell’impegno politico allora il Sindaco e la sua maggioranza farebbero bene a dimettersi.
Il consigliere d’opposizione Dott. Maurilio Nicolaci
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