Intervista a Riccardò Staglianò, autore di "Toglietevelo dalla testa".
DOMANDA - Un uomo per vent'anni ha trascorso circa sette ore al
giorno al cellulare. Ora è stato colpito da un pericoloso tumore al
cervello. Il caso, che riguarda un torinese di circa 45 anni, è stato
segnalato alla Procura di Torino per accertare se ci sia una relazione.
Il pm Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo. Tu parli della
correlazione fra tumori e cellulari in Toglietevelo dalla testa (Chiarelettere,
2012). Che ne pensi?
STAGLIANO' - Posso dire che ho mandato il libro a Guariniello,
appena uscito, perché pensavo fosse utile che lo avesse. Detto ciò,
questa inchiesta è una novità importante perché Guariniello è un
magistrato molto bravo e questa storia è la prima di questo genere. In
realtà, però, è la prima finita su tutti i giornali. Ma nel libro
racconto un'altra storia che è il vero primo caso internazionale. Lo
affronto nel primo capitolo di Toglietevelo dalla testa, quando parlo di
Innocente Marcolini ex manager bresciano che passa una decina di anni
attaccato al telefono cellulare e cordless (attenzione, perché il grande
dimenticato di questa storia è il cordless, che funziona con la stessa
tecnologia del cellulare). Bene, Marcolini è stato risarcito con una
indennità di malattia professionale dall'Inail per il suo tumore al
trigemino che i magistrati di Brescia hanno ritenuto essere dovuto a
questo uso molto intenso e molto lungo di cellulare.
Quindi, questo caso venuto a galla nelle ultime ore è importantissimo ma
è il secondo in Italia. Ed è anche uno dei primi al mondo in cui si
discute in aule giudiziarie, perché tante cause sono aperte, soprattutto
negli Stati Uniti, ma questo è il primo in cui questa correlazione forte
è presa piuttosto sul serio da un Tribunale.
DOMANDA - Sarebbe il caso di scrivere sul cellulare "Provoca il
cancro", un po' come avviene sulle sigarette?
STAGLIANO'- Beh, in parte una cosa del genere c'è già, e sono
quelle misteriose istruzioni nei manuali dei cellulari che dicono di
usarlo a 1,5/2,5 centimetri dalla testa. Peccato che però queste
indicazioni così rilevanti non dicano cosa succede se i dispositivi come
tutti li usano, cioè sotto queste distanze di sicurezza. Ecco, questo i
manuali non lo dicono però è abbastanza evidente che la spinta che li ha
portati a mettere queste cautele è di ordine giudiziario, nel senso che
si parano nei confronti di possibili cause tipo questa del fascicolo di
Guariniello. E' ovvio, comunque, che queste indicazioni sono
assolutamente insufficienti, perché il rischio andrebbe dichiarato in
maniera ben evidente e non a pagina 11 del manuale in corpo 8.
Aggiungo che per esempio in Israele c'è un Disegno di Legge ad hoc
secondo il quale i produttori di cellulari dovrebbero prevedere un
messaggio all'apertura del dispositivo dove si ricorda all'utente che
l'apparecchio emette onde elettromagnetiche e le onde elettromagnetiche,
stando all'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro del 31
maggio scorso, sono potenzialmente cancerogene. Non solo, questo Disegno
di Legge che è stato in discussione nel Parlamento israeliano dice anche
un'altra cosa, sul versante degli operatori imporrebbe anche agli
operatori di mandare ogni giorno un Sms (gratuito ovviamente) che
ricorda le stesse cose.
Questo Disegno di Legge per il momento non è passato e non è detto che
passi ma testimonia uno spostamento internazionale. Ricordo anche che in
Francia da due anni esiste una legge che tra le altre cose vieta la
pubblicità dei cellulari rivolta agli under 14, come si faceva con il
fumo, impone la vendita obbligatoria con l'auricolare e l'esposizione da
parte dei rivenditori dei vari livelli di radiazione che i diversi
modelli emettono.
Disposizioni analoghe esistono in Gran Bretagna dove è fortemente
sconsigliato l'uso per gli under 16, e ancora in Russia, in Finlandia e
in tanti altri paesi.
In tutto questo la vera domanda che mi sembra importante è questa, il
nostro Ministero della salute cosa fa? Esiste anche, a peggiorare il
quadro diciamo così, un parere del Consiglio superiore della sanità del
15 novembre scorso che pur tra molti distinguo dice una cosa molto
chiara a cui è stata data pochissima pubblicità, ovvero che dei
cellulari non bisogna farne un uso indiscriminato. Consiglia come
precauzione l'uso di auricolari e vivavoce e per i bambini caldeggia un
uso limitato alle strette necessità. Questo parere non si è ancora
trasformato in nessuna misura pratica. Cosa aspettiamo? Adesso c'è anche
questo fascicolo aperto da Guariniello, mi sembra che il Ministero della
salute dovrebbe battere un colpo.
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