|
(Torna)
Le informazioni riportate in questo articolo sono tratte dalle riviste: Io e il mio bambino – giugno 2003 – Sfera Editore e Bimbisani & belli – novembre 2202 – Unistar s.r.l.
Proteggiamoli
dai “veleni” di casa Le
nostre case, purtroppo, sono dei veri e propri contenitori di
“veleni”, con i quali i piccoli rischiano di venire a contatto a
partire dal momento in cui iniziano a gattonare o a camminare (nel girello
o da soli). Tra questi veleni abbiamo i farmaci, le piante, i detersivi, i
prodotti per l’igiene. Proviamo
ad esaminare, ora, il comportamento più corretto da assumere, nel caso in
cui si renda necessario soccorrere il nostro piccolo ed imprudente
esploratore in pericolo. Nel
caso in cui il piccolo abbia ingerito dei farmaci, si rende
necessario il trasporto immediato al Pronto Soccorso più vicino,
ricordando di portare con sé la confezione del farmaco ingerito. I
medicinali maggiormente nocivi, anche se ingeriti in piccole quantità,
sono: i sedativi per la tosse, gli analgesici e gli antifebbrili, gli
antipertensivi, i sedativi e gli antidepressivi, gli antistaminici, la
pillola anticoncezionale, gli anticonvulsivanti e gli anticoagulanti, i
vasodilatatori, gli antidiabetici. Se
il bambino, invece, ha ingerito piccole quantità di foglie, bacche o rami
di piante o le ha semplicemente mordicchiate, è meglio
telefonare immediatamente al pediatra, il quale suggerirà i farmaci più
opportuni da far assumere al bambino (solitamente il carbone attivo in
polvere, poiché limita l’assorbimento di eventuali tossine) e dopo
recarsi al Pronto Soccorso più vicino, dove verranno somministrati al
piccolo dei farmaci per indurre il vomito o
verrà praticata, nei casi più gravi, una lavanda gastrica. Anche
in questo caso è preferibile portare con sé, al Pronto Soccorso, un
rametto o un fiore della pianta ingerita. Le
piante più comuni all’interno e all’esterno delle nostre case, le cui
parti contengono sostanze irritanti o, addirittura, velenose sono: il
ficus benjamin, la stella di natale, il ficus elastica, la dieffenbachia,
l’ortensia, il lauroceraso, l’oleandro, l’azalea, il ciclamino,
l’erica, l’eucalipto, il giacinto, il glicine, il mughetto, il
vischio. Gli
effetti di una loro accidentale ingestione possono essere, a seconda dei
casi: irritazione, nausea,
vomito, dolori addominali, aritmie cardiache, diarrea, disidratazione,
vertigini, sete intensa, dilatazione delle pupille, visione doppia, stato
di incoscienza, collasso. Nel
caso di semplice contatto con la pelle o con gli occhi, è sempre utile
effettuare subito un lavaggio con acqua corrente e consultare il pediatra. Se
il piccolo ha ingerito un detersivo, è indispensabile
accompagnarlo al Pronto Soccorso più vicino, portando con sé il flacone
del prodotto ingerito. Solo per l’ingestione di un antiruggine esiste,
invece, un antitodo: i sali di calcio in varie formulazioni. Tutti
i detersivi sono tossici e quindi pericolosi, ovviamente in misura
differente. Gli effetti più frequenti e più gravi della loro ingestione
sono: lesioni a livello della bocca, all’esofago e all’apparato
gastrico; irritazione, vomito, convulsioni e, nel caso di inalazione,
polmoniti; insorgenza di aritmie cardiache, di problemi neurologici e
muscolari; stato di euforia seguito da sopore, che può aggravarsi fino al
coma. Gli
antiruggine a base di acido fluoridrico, poi, non danno segnali evidenti,
in quanto non sono irritanti, però, se entrano in contatto con le mani,
determinano una seria vasocostrizione dei capillari che, nei casi più
gravi, può portare alla necrosi con perdita delle falangi (cioè le
dita). L’ingestione
di prodotti per l’igiene è sicuramente meno pericolosa. Gli
effetti possono essere: irritazione, aumento della salivazione, vomito. Il
problema maggiore è rappresentato dalla presenza di schiuma che potrebbe
provocare seri problemi alla respirazione. Per
questo è assolutamente sconsigliato dare da bere al piccolo, che abbia
ingerito uno di questi prodotti, per almeno un’ora, poiché potrebbe
aumentare la schiuma nello stomaco, con risalita nell’esofago e nelle
vie aeree e conseguente soffocamento.
Inoltre, a livello dei polmoni, la schiuma può provocare una
polmonite di tipo chimico a distanza di 24-36 ore. Anche
in questo caso, dunque, è raccomandabile consultare un pediatra e, se
necessario, ricorrere al Pronto Soccorso.
Ricordate
sempre che, in tutte le fattispecie descritte sopra, ricorrere al “fai
da te”, serve solo ad aggravare la situazione. Evitiamo dunque di
provocare il vomito al bambino o di somministrargli, di nostra iniziativa,
degli antiveleni o dell’acqua, in quanto peggioreremmo le cose e
renderemmo più difficile la diagnosi del medico. Evitiamo di dargli da
bere del latte, perché non solo non ha azione disintossicante, ma, in
alcuni casi, potrebbe favorire l’assorbimento delle sostanze tossiche. Per
completare l’informazione, ecco gli indirizzi dei maggiori centri
anitiveleni presenti sul territorio nazionale, ai quali potete rivolgervi
in alternativa al Pronto Soccorso o per avere maggiori informazioni: -
Milano,
Centro Antiveleni presso Ospedale Nicuarda Ca’ Granda , tel. 02/66101029 -
Torino,
Centro Antiveleni Istituto Anestesia e Rianimazione, tel. 011/6637637 -
Padova,
Dipartimento di Farmacologia e anestesiologia, tel. 049/8275078 -
Genova,
Centro Antiveleni Ospedale San Martino, tel. 010/352808 -
Bologna,
Centro Antiveleni presso Ospedale Maggiore, tel. 051/6478955 -
Firenze,
Servizio Autonomo di Tossicologia ASL10 D/università degli Studi di
Firenze, tel. 055/4277238 -
Roma,
Centro Antiveleni Policlinico Gemelli, tel. 06/3054343 -
Roma,
Centro Antiveleni Policlinico Umberto 1°, tel. 06/490663 -
Napoli,
Centro Antiveleni presso Ospedale Cardarelli, tel. 081/7472870 -
Reggio
Calabria, Centro Antiveleni presso Ospedale Riuniti, tel. 0965/811624 -
Catania,
Centro Antiveleni presso Ospedale Garibaldi, tel. 095/7594120 -
Lecce,
Centro Antiveleni presso Ospedale Vito Fazzi, tel. 0832/665374
Daniela Della Bona |