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Chiunque volesse intervenire per esprimere la propria opinione in proposito può farlo mandando una mail qui oppure utlizzando il guestbook o il forum. Veglie 09 luglio 2005 - di Giovanni Caputo Centrosinistra:
se ci sei batti un colpo Consumata
la frattura, con la contrapposizione di quattro liste nell’ultima
competizione amministrativa, i partiti, del centrosinistra a Veglie,
dovrebbero, davanti alla pubblica opinione,
recuperare un minimo
di dialogo, necessario per costruire un confronto, che li veda
uniti nella prossima consultazione per il rinnovo del Parlamento. Il
risultato del voto
regionale a Veglie non è stato incoraggiante, il centro sinistra
è minoranza.
Qualche partito può considerarsi soddisfatto del proprio risultato, ma le
vittorie relative, come sempre accade, possono migliorare il
posizionamento all’interno dell’area nella contrattazione, ma non
modificano la grave situazione complessiva dello schieramento, di fronte
ad un’inversione di tendenza dell’intero corpo elettorale a livello
nazionale.
La politica non
può esaurire la
sua funzione
nelle beghe di cortile di un campanile. I partiti di governo del
paese: Margherita, Sdi, Verdi non possono barricarsi all’interno del
palazzo a difesa delle posizioni conquistate e consumare la politica in
una misera gestione di privilegio personale; dall’altra parte
Democratici di Sinistra, Rifondazione, Comunisti Italiani e Udeur,
peraltro non presenti in Consiglio Comunale, non possono né delegare il
proprio ruolo ai rappresentanti
eletti in seno all’assemblea, né presentarsi alla maggioranza,
in ordine sparso, con il cappello in mano. D’altro canto non si potrà
rinunciare ad una battaglia politica di tutto il centrosinistra a sostegno
dei candidati dell’Unione, chiunque essi siano e a qualunque partito
appartengano. L’attività amministrativa, pertanto, dovrà essere
separata da un discorso politico unitario, in cui l’impegno di tutti,
senza ostracismo alcuno, venga messo a disposizione per una possibile
vittoria del centro sinistra, peraltro troppo frettolosamente annunciata.
Bisognerà lavorare da subito, quindi, alla costruzione di un percorso
unitario. Si dovranno costruire modalità e contenuti dello stare insieme,
in una difficile battaglia politica, dove la destra cercherà la
rivincita. Ciò dovrà avvenire senza veti nei riguardi di nessuno. Anzi
sono le alleanze e l’inclusione il percorso da seguire, non certo le
vendette e le espulsioni. Le risorse umane a sinistra sono contenute e
tutti abbiamo bisogno di tutti. La cannibalizzazione del centro sinistra
ha provocato guasti ampi e devastanti, i risultati
sono sotto gli occhi di tutti,
non è pensabile perseverare nell’imitazione dei capponi di
Renzo. Ad avvantaggiarsi da tutto questo, come accade nei momenti di
confusione, sarebbe ancora la destra, così com’è avvenuto a Veglie
nella consultazione regionale. Non si può naturalmente far finta che non
sia accaduto nulla, né ritenere che tutto possa continuare comunque,
senza dare segnali forti di cambiamento. E’ la discontinuità che
favorisce il dialogo,
ognuno di noi può servire il nostro paese, la nostra area
d’appartenenza
e il proprio partito in ruoli e funzioni ampie e diversificate.
Perché non diamo spazio alle nuove generazioni e favoriamo la formazione
di una nuova classe dirigente, in grado di superare antiche divisioni, che
negli anni si sono stratificate, a causa della difesa gelosa delle nostre
verità? Nelle ultime vicende, al di là dei pessimi risultati, in molti
ci siamo sentiti sconfitti. Sconfitti, perché una classe politica, che
ritiene di collocarsi nell’ambito dello schieramento del centrosinistra,
non è riuscita a parlarsi e ad anteporre l’unità alla propria visione
di parte. Sconfitti, perché con le nostre divisioni
abbiamo provocato sconcerto e spaccature all’interno del nostro
elettorato. Sconfitti, perché non siamo stati in grado di presentare un
progetto unitario di sviluppo di paese. Sconfitti, perché non abbiamo
avuto capacità di coinvolgere, fuori dalla campagna elettorale, uomini e
donne che chiedono
che la politica affronti i problemi del lavoro, della sicurezza,
della sanità, della giustizia sociale, della scuola, dei giovani
all’interno della comunità vegliese. Sconfitti, perché non siamo
riusciti a dialogare con le forze produttive del paese, con le tante realtà
economiche che rappresentano la ricchezza del nostro territorio. Ma anche
chi ritiene di aver vinto non sembra godere ottima salute, almeno in
questo primo periodo di rodaggio. Ma non
lasciamoci coinvolgere in un’ulteriore polemica, che ci vedrebbe
ancora sconfitti, anche alle prossime consultazioni elettorali, a
favore di una destra, in cerca di
recuperare un consenso, che va quotidianamente sfilacciandosi e che
noi non riusciamo ad intercettare, per le nostre divisioni. Lavoriamo alla
costruzione di un percorso politicamente agibile, in cui le ragioni
dell’unità siano difese e sostenute, anche quando le modalità e i
contenuti non sono interamente corrispondenti alla nostra visione
personale dell’agire politico. Lo stare insieme comporta delle rinunce,
che sono il costo da pagare alla formazione di un ampio schieramento, nel
quale, sensibilità diverse s’incamminano verso obiettivi comuni. Ma un
obiettivo comune ce l’abbiamo?
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