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Veglie 20 luglio 2005 - di Ranieri Urbano

 

IL GRANDE... ROSPO

New reality a Veglie

 

Quanto la televisione incide sulla nostra vita? 

I Consiglieri dell’Opposizione, quanto tempo della loro giornata  le dedicano? 

Conoscere le risposte di ambedue le domande  sarebbe molto interessante per analizzare la condizione politica in cui vertono i Consiglieri dell’opposizione del Comune di Veglie.

Considerando, infatti, le azioni svolte dall’opposizione in questo periodo all’interno dell’amministrazione (convogliando a nozze, a tutti i costi, schieramenti da sempre opposti per il raggiungimento di traguardi identici, ma del tutto divergenti) e osservando, come fortuite alleanze vengano sbandierate ovunque; Internet, volantini, muri.. trainando il paese  verso un’immonda spazzatura comunicativa, rispondere a tali domande potrebbe essere un buon  inizio.

Purtroppo, non conoscendo la vita privata dei soggetti in questione non posso rispondere, ma di certo, è scientificamente provato che la televisione è la “Cattiva Maestra” di Karl Popper e come tale, sicuramente, avrà influenzato i nostri Consiglieri dell’opposizione nella scelta del modello comunicativo: Anziché scegliere il dialogo hanno scelto  il REALITY!!!

 

“ IL GRANDE …ROSPO”

SCHEDA TECNICA (REALITY)

TITOLO: Il Grande…Rospo

SOTTOTITOLO:Facoltativo; ogni volta lo si può chiamare in modo diverso, dipende dai fatti che più stanno a “cuore”, poi…Destra, Sinistra…Donna sì, Donna no, poco importa…

DURATA: 5 anni

CONTENUTI: Scarsi e inattendibili

REGOLA NUMERO UNO: Stravolgere fatti ed accadimenti

FINALITA’: Ostruire la strada al dialogo, dando vita ad una massiccia e violenta disinformazione

INTERPRETI: Consiglieri dell’opposizione invasi da una folgorante mania di protagonismo

SPETTATORI: Pochi, disinteressati ed annoiati

Convinti che il loro, sia un lavoro di comunicazione, non pensano, per esempio, che fare informazione non vuol dire, per forza, denunciare.

Sono due realtà differenti, possono essere integrate, ma non confuse come , invece,fanno i soggetti in questione. Se inoltre, ci soffermiamo a valutare le fonti di ogni informazione e denuncia pervenutaci dai Consiglieri dell’opposizione, noteremo che non hanno alcun fondamento: TUTTO QUESTO E’ SCANDALOSO!!!

Lasciamo fare a chi è di competenza e soffermiamoci, invece, ad analizzare il proprio lavoro e le proprie azioni così da non errare continuamente:

La vera vita politica non ha tempo per il pettegolezzo.

 

A dispetto dei “comunicati” che fa pervenire l’opposizione, vorrei dedicare, al Sindaco Fernando Fai e a tutta la Maggioranza del Consiglio Comunale una tra le più belle favole di La Fontane augurando loro  buon proseguimento di lavoro:

 

 

Il Mugnaio, suo figlio e l’asino

 

Una volta un mugnaio e suo figlio, l’uno già molto anziano e l’altro un ragazzo di quindici anni, l’ultimo di una larga schiera di figlioli, si recarono alla fiera a vendere il loro asinello.

Perché il somarello arivasse più fresco e nelle migliori condizioni, gli legarono le zampe alle estremità e lo sospesero a una lunga pertica, che il mugnaio e il suo ragazzo si caricarono sulla spalla destra, passandola dopo un po’, per riposare, sulla spalla sinistra, e marciando di buon passo sulla strada maestra. Parevano due cacciatori che portavano in trionfo un cervo ucciso nel bosco!

Poco dopo incontrarono un contadino, che a vederli portare così l’asinello, un peso non da poco, scoppiò a ridere di gusto:

-Ah, questa è proprio buffa! – esclamò. – In verità il più asino dei tre non è quello che si pensa!

A quelle parole il mugnaio, potete ben capirlo, si stizzì non poco.

Tolse i legacci all’asino e con un sonoro: - Arri, arri, arri! – gli comandò di proseguire sulle proprie zampe.

Il somarello, che si era assai compiaciuto di essere trasportato senza faticare, si mise a lagnarsi nel suo linguaggio.

-Ih – ahn!...Ih – ahn!...

Il mugnaio non gli badò e, anzi fece salire il figliulo in groppa all’asinello.

Poco dopo, vennero a passare tre bravi mercanti di campagna e il più vecchio gridò sdegnato:

- Oilà, si è mai visto una roba simile? Un giovanotto che sta in groppa a un somaro, mentre suo padre che ha ormai capelli e la barba grigia fa la strada a piedi!

- Avete ragione , cari amici, - ammise il mugnaio, - voglio contentarvi. Su, Nanni, - disse al figlio, - scendi dal somaro!

Il ragazzo balzò a terra e il mugnaio montò a sua volta sul dorso dell’asino. Poco dopo, vennero a passare tre belle ragazze e l’una osservò ad alta voce:

- E’ una bella vergogna che si debba veder trascinarsi a fatica con questo caldo un povero ragazzetto gracile e mingherlino, mentre quell’uomo ancora robusto e gagliardo si fa portare dall’asino, cavalcando in pompa magna, come un vescovo!

Piccato, il mugnaio tirò le briglie all’asino, arrestandolo, e si mise a leticare con la ragazza che lo aveva criticato. Si accese un vivace diverbio, ma siccome le ragazze erano tre, e poi, si sa, le donne hanno sempre ragione, alla fine il mugnaio dovette darsi per vinto e rimise il figliolo in groppa al somaro, ma ci stette anch’egli, così che l’asino, invece di uno solo, dovette portarne due.

Poco dopo, vennero a passare tre contadini e uno si mise a urlare al colmo dell’indignazione:

-Ma guarda un po’ se mai possibile maltrattare in questo modo una povera bestia!...Questo disgraziato asinello non può reggere al peso di due persone!...Morirà sotto le bastonate di quei vigliacchi senza pietà! Peggio per loro! Alla fiera venderanno la sua pelle!

- Corpo della luna! – esclamò il mugnaio. – A voler contentare tutti, a questo mondo, si diventa pazzi!

Riflettendo, pensò che il somarello sarebbe arrivato alla fiera esausto e in pessime condizioni, e disse al figlio:

- Bè, tutto sommato, quel compare forse ha ragione: è meglio che scendiamo a terra tutti e due, se no l’asino faticherà troppo…

Il ciucciarello fu molto felice di questa risoluzione e, alleggerito del rispettabile peso dei suoi padroni, si mise a trotterellare allegramente sulla strada maestra.

Ma gli incontri non erano ancora finiti: poco dopo ecco avanzare un fattore, che a sua volta si credette in dovere di fare le sue rimostranze ed esclamò:

- Bel sistema, far trottare l’asinello a suo agio, mentre i padroni sudano a camminare e consumano le scarpe!

Il troppo stroppia, dice il proverbio; e stavolta il mugnaio, inviperito, rispose per le rime al fattore:

- Preferisco passare per testardo anziché seguitare a dar retta a tutti quelli che incontro. Da ora in poi, se sarò criticato o biasimato, non mi importerà proprio un bel nulla: farò solo a mio modo , di testa mia!

E così fece: e fece bene.

 

 

A questo si può aggiungere, a mio avviso, un proverbio Salentino che combacia perfettamente con tutta la vicenda:

 

“LU CIUCCIU SI CANUSCE TI LI RECCHIE, E LU FESSA TI LI CHIACCHERE”