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ANTONIO SIMONE RISPONDE A CONTROVOCI
( a cura di G.P. Leo )
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Come lei ben saprà
è nata l’”Unione”, coalizione che comprende anche il suo partito
dei Comunisti Italiani. Come mai a Veglie non si è riproposto l’accordo
tra i partiti del centro sinistra: forse non esistono i partiti o esistono
rancori tra i vari esponenti politici a cui il centro sinistra fa
riferimento? Sussistono, in ogni
modo, ancora i margini per un possibile accordo? Il mio partito si è speso sin dal primo momento per costruire un’alleanza di centrosinistra che comprendesse tutti i partiti che a livello nazionale fanno parte dell’UNIONE. Pensavamo che la Margherita, in virtù del risultato delle elezioni provinciali, potesse legittimamente avanzare una propria candidatura a sindaco. I DS hanno però posto un veto insuperabile nei confronti di Fernando Fai, candidato indicato dalla Margherita che ha quindi avuto il pretesto per legarsi all’UDC e ad alcuni ex assessori della passata amministrazione Carlà. La situazione è attualmente compromessa anche perché, dall’altra parte, i DS e l’UDEUR hanno deciso di portare avanti un’ intesa elettorale con l’associazione “Impegnati per Veglie” che comprende spezzoni di UDC, Forza Italia e AN in disaccordo con i rispettivi partiti: una follia politica.
Tra la gente è
diffuso un certo senso di sfiducia nella politica e nelle istituzioni.
Come fare a ridare entusiasmo, soprattutto alle giovani generazioni tanto
lontane dall’impegno sociale e politico? La nostra sfida è quella di far nascere una nuova classe politica, più salda nei valori che la ispirano e coerente nei principi che difende. Per questo la nostra lista, che si chiamerà “Rinascita Vegliese”, intende rivolgersi a tutti coloro che, condividendo davvero i valori del centrosinistra, non si riconoscono nelle varie assurde intese trasversali finalizzate esclusivamente alla conquista del potere. Vogliamo restituire ai giovani, ma non solo, gli spazi per ragionare di politica e per divenire protagonisti della vita pubblica del nostro paese. Vogliamo dire basta al sistema dove pochi, privi anche di capacità rappresentativa, decidono per tutti.
Qualcuno
scherzosamente a detto che a Veglie i partiti, negli ultimi tempi, stanno
nascendo come i funghi. Possiamo considerarlo un buon segno o dobbiamo
rassegnarci nel rivedere gli stessi personaggi che hanno caratterizzato la
cosiddetta politica di
piazza? La nascita di numerosi sedicenti partiti politici è solo la conferma del degrado in cui oggi ci troviamo. Nascono gruppi con il solo scopo di far valere una manciata di voti per poi rivendicare una poltrona in giunta. Una pletora di nomi e sigle che spesso nulla hanno a che vedere con la politica. L’ultimo ingresso è la “Pro Loco”, che tutti sanno essere un’Istituzione Pubblica rivolta alla valorizzazione delle risorse del territorio, non un partito. Manca solo che qualcuno parli a nome della ASL LE/1 o della Scuola Elementare “Marconi”….
Crede che il
sistema elettorale maggioritario abbia apportato dei miglioramenti, a
livello di stabilità, o converrebbe ritornare al proporzionale? Il maggioritario, nonostante le esperienze vegliesi, ha dato maggiore stabilità ai governi delle città. Allo stesso tempo ha però aumentato i personalismi a scapito della democrazia interna nei partiti, che si sono visti spesso scavalcati nel ruolo che loro compete. Il sistema maggioritario va migliorato, ma credo sia una scelta irreversibile.
Quale è la sua
idea di paese e quale sarebbe un programma che dia davvero una svolta ad
una cittadina come Veglie? Immagino un paese dinamico, non solo dal punto di vista economico ma anche culturale. Un paese che esprima al meglio la forte vocazione alla laboriosità dei propri cittadini. L’istruzione, i servizi e il lavoro saranno i punti cardine del mio programma insieme alla difesa e alla valorizzazione del territorio. A nome della redazione di Controvoci la ringraziamo per la disponibilità e la invitiamo ad intervenire ancora, anche attraverso il nostro sito internet controvoci.it
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