Arriva la notte con la sua mano tremante,
avvolge il mio corpo coi suoi veli leggeri.
Una striscia nascosta di luna calante,
generosa, mi dona i suoi toni più veri.
Compare nell’aria il tuo volto sbiadito,
lo sfiora, incerta, la mia mano bambina,
delinea, nostalgica, il suo destino tradito,
una scia di ricordi il mio mondo trascina.
Sorrido, appagata, ad un ricordo lontano,
un’ombra, testarda, la mia figura seguiva.
Tu, sempre pronto, mi tendevi la mano,
io, felice, cantavo i miei sogni da diva.
Più tardi riprendi del tuo ritorno la via,
che conduce da qui verso un cielo infinito
la tua mano, ritrosa, abbandona la mia,
e ti segue, lontano, il mio occhio stranito.
Scompare nel nulla, alla fine, il tuo sguardo,
e, soave, mi resta il tuo profumo tra le dita,
m’ induce a sognare di tagliare il traguardo,
di questa corsa affannosa che è la mia vita.
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