Dedicato a Daliah    di Antonia Persano 

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Amore della nonna,

di te rimane nei pensieri,

spesso offuscati dal DOLORE,

il millio di una scaglia di sogno,

a cui mi aggrappo, per sentirti vicina.

La tua mamma

ti aveva dato il nome di un fiore semplice,

ma leggiadro.

Saresti cresciuta in un'aiuola di VITA

colma di serenità, di gioia, di gentilezza.

Ma non è stato possibile,

piccolina mia,

perché la tua aiuola di vita era altrove

in un giardino azzurro, celestiale.

Ti cullo angelo bruno,

ti canto ogni sera le dolci nenie

che avevo preparato per te,

sin da quando eri nel grembo della tua mamma.

Rivedo il tuo bellissimo visino di creola,

i tuoi occhi vellutati,

i tuoi capelli ricci ricci,

neri come l'ebano;

 la vestina candida

che avvolgeva il tuo corpicino di piccola bambola.

Ti rivedo,

meravigliosa creatura,

al centro di quella chiesetta disardona

dove su un muro bianchissimo

spiccava una CROCE lignea.

Li fissai lo sguardo inebetito

 e bisbigliai alcune frasi

che avevo letto su un libro scritto da Don Tonino.

"...Fa che io metta la croce al centro della mia vita...

 che non la faccia pendere soltanto dal collo,

dalle pareti della mia casa...

Sarebbe soltanto una caricatura".

Riascolto,

tesoro mio,

il fruscio del vento impetuoso

 di quella giornata marzolina

 e riappare nella mia mente

quel raggio di SOLE meraviglioso che,

per qualche attimo,

inondò di luce particolare

quel luogo impregnato di dolore,

bagnato da chissà quante lacrime...

Su quella fredda lastra marmorea,

quanti bimbi erano stati adagiati Prima di te?

Li hai incontrati, fiorellino mio?

Ci giochi con loro?

Le prime tue lallazioni le stai facendo?

Riposate su una stella o su una nuvoletta?

Chi risponde ai vostri bisogni?

Sono certa che è la MAMMA CELESTE

che segue con trepidazione le vostre prime conquiste

e che tante altre mamme

bianche, rosse, nere,

vi guidano con trepidazione.

Il loro messaggio d'amore arriva fin qui,

nel cuore delle persone che sanno ancora amare,

che riescono ancora a dare al DOLORE,

un significato poetico.

Dove sei tu

fragile, tenero, grande miracolo della tua nonna,

non c'è il dizionario della discriminazione,

del razzismo, dell'ipocrisia.

Li si che si vive un'oasi di PACE.

Scusami, piccolina mia!

La tua Nonna,

forse sta sconfinando...

Ho il dovere,

invece,

di tornare a ricordare il saluto

che ti diede il cappellano dell'ospedale di TRICASE,

in quella chiesetta

in cui si respirava

il profumo del dolore

e quello di una gardenia bianca

che mani pietose,

anonime,

avevano deposto accanto al tuo viso brunito.

"...la sua esistenza piace al Signore

che lo toglie in fretta da un ambiente malvagio.

Gli altri vedono,

ma non capiscono.

Non vogliono rendersi conto

che Dio riempie di amore quelli che lo amano

e interviene a favore di quelli che si è scelti...

Daliah sarà il vostro angelo

e veglierà sulla sua mamma e sulla sua sorellina".

Cuoricino mio,

allevia il peso del nostro dolore,

vieni a occupare i miei pensieri,

sorridimi sempre e resta legata,

per il tempo che starò in questo mondo,

a una SCAGLIA di sogno.

Arnvederci,

stellina mia!

 

 

La tua nonna Antonia. (Veglie, 10 Novembre)