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Incontro con Padre Alex Zanotelli di Daniela Della Bona Martedì
11 gennaio 2005 ho partecipato all’incontro con Padre Alex Zanotelli,
organizzato dalla Parrocchia Santi Pancrazio e Francesco D’Assisi e
tenutosi nell’Aula Consiliare del Comune di San Pancrazio Salentino. Padre
Alex, missionario comboniano, da sempre impegnato in una attivissima opera
di sensibilizzazione circa il problema delle disuguaglianze sociali e
delle sue conseguenze, ha parlato per due ore circa di quello che è il
sistema di vita attuale e di quello che dovrebbe essere un sistema di vita
nuovo e più “giusto”, improntando il suo discorso sulla Parola di
Dio, interpretata non in senso miracolistico ma, direi, in senso
etico-sociale. Ha
iniziato parlando del “sogno” di Dio, perché anche Dio sogna e il suo
sogno è che gli uomini vivano in armonia, amandosi gli uni gli altri,
condividendo tutte le ricchezze che Lui ha messo a loro disposizione. Così
Dio, un tempo, ha sognato che gli schiavi d’Egitto, usati dai faraoni
per costruire maestosi edifici, diventassero uomini liberi, per edificare
delle comunità alternative all’Impero, a quell’Impero (inteso oggi
come sistema di potere dominante), che porta all’arricchimento di pochi
a scapito della moltitudine degli esseri umani. Dio
sogna, dunque, una “Comunità Alternativa”, contrapposta all’Impero
e ai suoi tre principi: Economia
di Opulenza (che determina l’arricchimento di pochi individui, che
rappresentano solo il 10% della popolazione mondiale, a scapito di tutti
gli altri); Politica
di Oppressione (che mira a tenere a bada e a disposizione dei ricchi il
restante 90% della popolazione); Religione
Imperiale (che crede nel Dio che benedice i faraoni di un tempo e i
potenti di oggi). La
Comunità Alternativa, sognata da Dio, fonda la sua essenza, invece, su
tre pilastri, opposti a quei principi: Economia
di Uguaglianza (per perseguire la più equa distribuzione possibile delle
ricchezze e dei beni mondiali tra le popolazioni); Politica
di Giustizia (che nasce dalla consapevolezza che le società, lasciate a
se stesse, non perseguiranno mai l’uguaglianza, né la giustizia, poichè
determineranno l’emergere degli egoismi individuali); Religione
del Dio Padre (che crede nel Dio degli ultimi, dei poveri, dei sofferenti;
nel Dio che ascolta il grido degli oppressi ed è totalmente Alto, Libero,
Giusto, da volere il riscatto degli sfortunati della terra). Il
sogno di Dio trova finalmente un volto in Gesù di Nazaret, un povero uomo
mai citato dal Vecchio Testamento, che nasce nella zona più depressa
della Palestina, laddove sorgeranno tra le più importanti comunità
alternative, come, ad esempio, quella delle Paoline. La
vita di Gesù trova il suo significato più profondo nell’Incarnazione,
nel vivere sulla propria pelle la povertà, la sofferenza,
l’umiliazione, la persecuzione degli ultimi, dei prescelti. Con Gesù
Dio prende il volto degli ultimi. Gesù
muore in Croce perché considerato un sobillatore. All’epoca, infatti,
l’Impero Romano usava la croce per punire schiavi e sobillatori, per
fare “terrorismo”, alla stessa stregua con cui oggi l’America si
arroga il diritto di bombardare interi popoli a scopo punitivo o
preventivo. Noi
Cristiani non siamo chiamati a sottostare al sistema imperiale della
forza, della prepotenza, dell’egoismo e dell’ingiustizia. Noi
Cristiani siamo chiamati ad altro. E la Parola ce lo ricorda. “Porgi
l’altra guancia” non significa “assumi un atteggiamento passivo e di
sottomissione”, non significa “lasciati offendere”, “lasciati
colpire ancora”, come erroneamente si crede. “Porgi
l’altra guancia” significa “sabota il sistema”, “fai in modo di
interrompere il sistema, di costringerlo a ripiegare”. Uno
schiavo, ai tempi di Gesù, veniva colpito in volto dal suo padrone con il
dorso della mano, perché quest’ultimo non avesse a sporcarsi le mani.
La guancia colpita era dunque la guancia destra, tranne nel caso in cui il
padrone non fosse stato mancino. “Porgere l’altra guancia”, cioè la
sinistra, a quel tempo significava costringere il padrone a colpire con il
palmo della mano e, quindi, a “sporcarsi” le mani, cosa che un padrone
non avrebbe mai fatto. Quindi il voltare il viso dall’altra parte per
porgere la guancia opposta era un modo per impedire al padrone di colpire
ancora, era un modo per interrompere il sistema, per costringere il
potente a fermarsi. Oggigiorno
siamo chiamati, come cristiani, a fare questo: fermare il sistema
dell’Impero! E non con la violenza che incattivisce ancora di più gli
animi, ma attraverso quei tanti piccoli accorgimenti che possiamo adottare
nella nostra vita quotidiana, che hanno in sé la forza di sabotare gli
Imperi moderni. Qualche
esempio? Consumiamo meno cibo, meno acqua, accontentiamoci di avere un
peso regolare e non di essere obesi, evitiamo di spendere denaro in beni
superflui e ciò che risparmiamo doniamolo a chi ne ha bisogno e non, per
esempio, alle Griffe più famose. Informiamoci
su quali sono le multinazionali o le società che producono i loro
articoli sfruttando la manodopera minorile, oppure sfruttando le risorse
minerarie di quelle aree geografiche che vengono tenute in miseria e
sottomissione per permettere alle grandi case produttrici di arricchirsi
e… SABOTIAMOLE: NON ACQUISTIAMO PIU’ I LORO PRODOTTI! Cerchiamo
di condurre una vita sobria, di perseguire quella “sobrietà felice”
che non vuol dire povertà, ma volontà di mettere freno ai nostri
desideri e alle nostre voglie esasperate, determinate da un sistema di
vita consumistico. SABOTIAMO IL SISTEMA! FERMIAMO IL CONSUMISMO! Ma
fermare il consumismo non basta, se il denaro che si riesce a risparmiare
viene utilizzato poi al solo scopo di accumulare la propria ricchezza, la
propria fortuna e non viene messo al servizio degli altri, non viene
condiviso con chi ne ha più bisogno. La
manna che cade dal cielo nella Sacra Scrittura non ha un significato
miracolistico, ma è il simbolo dell’uguaglianza. La manna scende per
tutti, è sufficiente a sfamare tutti e va mangiata in giornata, non può
essere conservata, perché altrimenti marcisce. Ecco
il significato vero di quell’evento: i beni e le ricchezze della terra
non devono essere conservati, non devono essere accumulati, sottraendoli
agli altri per il proprio egoismo. I beni di questo mondo sono per tutti e
sarebbero sufficienti a garantire a tutti una vita dignitosa se equamente
distribuiti tra gli abitanti del pianeta ( pensate: l’America ha speso
700 miliardi di dollari per gli armamenti, quando con 20 miliardi di
dollari si garantirebbero a tutta l’ umanità cibo, acqua e servizi
sanitari per 1 anno intero: un anno senza più povertà, senza più
morte… ). La
parabola della moltiplicazione dei pani, come l’evento della manna, non
va interpretata in senso miracolistico, ma in senso civico, sociale e
cristiano, in quanto ci ricorda, ancora una volta, l’importanza del
“condividere”. Oggi
non abbiamo bisogno dei miracoli di Dio: i miracoli possiamo compierli
noi, se solo riuscissimo a sabotare l’attuale sistema di vita e creare
un sistema alternativo, equo, giusto, solidale, pacifico e rispettoso
degli altri e della natura… Partendo
dalla sua esperienza missionaria a Nairobi, Padre Alex ci racconta di come
l’egoismo di pochi e la politica del profitto a tutti i costi
determinino condizioni di povertà assoluta e di morte per fame, malattie,
per milioni di persone e di come l’attuale sistema di vita non uccida
soltanto gli uomini più sfortunati, ma anche l’anima e la felicità dei
ricchi. L’
esperienza di Nairobi, ricchissima e bellissima capitale del Kenya e
Korogocho, baraccopoli dell’inferno, situata a pochi metri dal cuore
della capitale, dove si vive o, meglio, si tenta di sopravvivere in
condizioni pietose e inimmaginabili per chi, come noi, vive nel tranquillo
torpore delle proprie case, rappresentano in piccolo quello che è il
mondo in grande. Su
6 miliardi di abitanti del pianeta Terra, 1 miliardo da solo consuma
l’80% delle risorse mondiali. 3 miliardi di individui sopravvivono con 1
dollaro e mezzo al giorno, 2 miliardi con meno di 1 dollaro, quando una
vacca, invece, ne consuma 2 al giorno. La
finanza è nelle mani di 300-400 famiglie al massimo, potentissime, che
gestiscono tutto: dalle risorse della terra, alle industrie, ai traffici
illeciti. Sono loro i veri governi, che ammazzano in nome del profitto,
che condannano alla povertà assoluta e senza fine coloro che hanno la
sfortuna di nascere dalla parte sbagliata, che sfruttano per il loro
arricchimento le risorse della terra, i beni della natura, ad un livello
tale che in futuro non sarà più sostenibile. Padre
Alex conclude il suo accorato intervento fissando i punti salienti dai
quali partire per riuscire ad opporsi al sistema e realizzare finalmente
il “sogno” di Dio di creare delle comunità alternative e degli uomini
nuovi: RECUPERARE
IL NOSTRO VOLTO, LA NOSTRA DIGNITA’ DI UOMINI, perché ognuno di noi è
unico e irripetibile. Ognuno di noi ha un ruolo centrale nella società.
Ognuno di noi è speciale. RECUPERIAMO IL VOLTO DEL NOSTRO FRATELLO, LA SUA DIGNITA’, perché il nostro fratello è diverso da noi e a sua volta unico e irripetibile. La diversità che c’è tra di noi e la varietà umana sono la più grande ricchezza che possediamo. La diversità ci arricchisce. Nessuno deve sentirsi superiore all’altro, nessuno possiede la Verità, perché la Verità, come Dio, non può essere posseduta. La Verità è sempre soggettiva e mai assoluta. Ci sono delle Verità oggettive che si ricercano e che si trovano dopo un lungo cammino, attingendo dalla propria e dalle altrui culture ed è anche per questo che si ha bisogno della verità e delle diversità degli altri, che inevitabilmente diventano parte di noi, ci arricchiscono, ci completano. Non dimentichiamo, infatti, come dice Padre Alex, che ognuno di noi è le persone che ha incontrato! Sarebbe bello se un giorno si potesse finalmente realizzare quella “Convivialità delle Differenze” di cui parlava il nostro caro Don Tonino Bello.
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