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Home Page Diversamente        a cura di A.Chiara Coppola

18/11/2004 - di A. Chiara Coppola

Nessuno mangia, nessuno beve…Ma cos’ è realmente il “Ramadān”?

 

 

Molti non lo sapranno che il 15 ottobre scorso è iniziato il ramadān, ma la cosa ancora più assurda è che, nonostante il continuo aumento della presenza musulmana nella nostra nazione, molte persone non sanno cos’ è il ramadān. Oppure, la loro conoscenza si limita a sostenere che è un periodo in cui coloro che praticano la religione islamica non mangiano e non bevono. Ma perché non si mangia e non si beve?

 

Il ramadān è il nono mese del calendario lunare islamico, durante il quale Maometto ricevette la prima rivelazione coranica. È il Santo Mese del digiuno ed è inoltre uno dei cinque “pilastri” dell’ Islām. Il digiuno inizia all’ alba e termina al tramonto, in questo periodo i musulmani oltre a non mangiare e bere, non possono fumare e avere rapporti sessuali.

 

Perché i musulmani digiunano?

Proprio durante il mese del ramadān Allāh avrebbe rivelato a Maometto i primi versetti del Corano. Allāh, è la parola araba con la quale i musulmani indicano Dio, mentre il Corano è il loro libro sacro che raccoglie tutte le predicazioni di Maometto. Si racconta che il profeta aveva l’abitudine di ritirarsi in un luogo deserto, vicino la Mecca, per pregare e digiunare. Durante uno di questi ritiri solitari Maometto ebbe un’ apparizione. Era l’arcangelo Gabriele che, in nome di Allāh, gli ordinava di farsi messaggero della parola divina presso gli uomini. Molti versetti del Corano fanno allusione a questo avvenimento. Secondo la tradizione, Maometto inizialmente aveva rifiutato di obbedire all’arcangelo e, credendosi posseduto dal demonio, si era allontanato dal luogo dell’ apparizione con l’ intenzione di andare a gettarsi in un burrone, ma una voce proveniente dal cielo, che lo chiamava apostolo del Signore, l’ avrebbe convinto che egli era stato designato da Allāh per portare agli uomini la vera parola. Ebbene, è proprio questo l’ avvenimento che celebra il digiuno del ramadān.

Durante questo mese, il nono del calendario lunare musulmano, i credenti digiunano come digiunava Maometto nel momento in cui gli furono rivelati i primi versetti del Corano. Ma il digiuno del ramadān ha anche un altro significato: si tratta di una forma particolarmente severa di penitenza e di mortificazione che fu prescritta dallo stesso Maometto. Per i musulmani questa è la migliore espiazione delle colpe commesse durante l’anno.

La religione musulmana non è l’ unica che prescrive il digiuno. Questo esiste anche presso gli ebrei, presso i cristiani, e in molte altre religioni; e dovunque sia praticato, il digiuno riveste più o meno lo stesso significato: è una prova che gli uomini s’ impongono per farsi perdonare i loro peccati e per avvicinarsi a Dio, nell’ oblio dei beni di questo mondo.

 

Anche i bambini digiunano?

No, il Corano non prescrive il digiuno se non a coloro che hanno superato l’ età della pubertà. I bambini, quindi, non sono obbligati a digiunare durante il mese del ramadān, ma è raccomandato anche a loro di abituarsi progressivamente.

 

E i vecchi, i malati?

Anche essi sono autorizzati a nutrirsi, come del resto le donne incinte, le balie, i viaggiatori e tutti coloro che fanno lavori faticosi. Ma come norma generale, coloro che non osservano il digiuno del ramadān devono digiunare in un altro momento dell’anno. Per i musulmani, il digiuno è molto importante perché è uno dei cinque “pilastri” dell’ Islām.

 

Quali sono i cinque “pilastri” dell’ Islām?

I cinque “pilastri” dell’ Islām sono i cinque precetti fondamentali ai quali sono tenuti tutti i musulmani.

- Il primo precetto è la recita della confessione di fede (Kalima o Shahada). Consiste nel pronunciare la formula “Non c’ è altro Dio all’ infuori di Allāh e Maometto è il suo profeta ”.

- Il secondo precetto è la recita delle cinque preghiere quotidiane (Salat). Preghiere che vengono recitate solo dopo un’ abluzione rituale, a determinate ore del giorno: prima dell’ alba, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, subito dopo il tramonto e prima di mezzanotte. Una tradizione racconta che l’ arcangelo Gabriele discese cinque volte dal cielo in una giornata per fare la preghiera con Maometto. Inoltre, per pregare, un musulmano non deve necessariamente recarsi presso la moschea, egli può farlo nella sua casa, all’ aperto dopo essersi purificato con l’ abluzione rituale, ossia dopo aver lavato viso, mani, avambracci e piedi. In caso di gravi impurità egli deve lavarsi tutto il corpo.

- Il terzo precetto è il digiuno effettuato durante il periodo del ramadān (Saum).

- Il quarto precetto è l’ elargizione delle elemosine (Zakat). Si tratta di una “tassa di solidarietà” che viene prelevata annualmente sul raccolto, la vendita di bestiame e metalli preziosi, e sulle liquidità di tutti coloro che vivono al di sopra della soglia di sussistenza e i cui debiti non superano il patrimonio.

- Il quinto pilastro prevede il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio alla Mecca (Hagg). Questo è il più importante dei due pellegrinaggi alla Mecca. Tutti uomini e donne, se sono in buona salute, lo devono compiere purché abbiano mezzi economici sufficienti. Questo pellegrinaggio si può compiere solo nell’ultimo mese dell’ anno lunare e coloro che compiono l’ hagg possono pregiarsi del titolo onorifico di haggi.

 

Non si deve pensare, però, che durante il ramadān i musulmani si dedichino esclusivamente al digiuno e alla penitenza. Al contrario, era uno dei periodi più festosi del calendario islamico. Dopo aver “rotto il digiuno”, la gente faceva festa, si recava a fare visita agli amici, frequentava i caffè e le sale di spettacolo. Nelle famiglie ricche, si dormiva di giorno e si passava la notte a divertirsi, fino all’ ultimo pasto che si prendeva proprio prima che il sole sorgesse. Oggi, le cose sono un po’ cambiate.

Tuttavia, nel corso di questo mese vi sono giorni più importanti di altri. Infatti, la notte tra il XXVI e il XXVII i musulmani festeggiano “la notte della determinazione”, nella quale, secondo il Corano,  Dio determina il corso del mondo per l’ anno seguente.

Inoltre, il primo giorno dopo la fine del ramadān si celebra la fine del digiuno, con la “festa dei dolciumi” che dura tre giorni. Questa è un’ occasione in cui ci si ritrova, parenti, amici, e conoscenti per scambiarsi piccoli regali e rivolgersi reciprocamente auguri di felicità e di prosperità. È la più grande festa dei musulmani.