OLTRE LA SCACCHIERA

 

( di Giovanni Caputo )

 

"Nel mio immaginario lo scenario politico è come una grande scacchiera... scopo del gioco: dare scacco matto all'avversario... ogni mossa è studiata per evitare di farsi mangiare

Non ci può essere tra gli avversari alcun punto d'incontro che riveli interessi comuni, esiste solo lo scontro per raggiungere il proprio obiettivo: vincere." Dinanzi a questa realtà mi rinchiudo nel sogno e immagino "un mondo in cui pacificamente ci si stringe per mano, si guarda agli altri prima che a se stessi e si aspira al bene comune." Le citazioni sono la sintesi di un ragionamento articolato dalla direttrice, signora Gatto, nell'editoriale apparso sul n. 6 Dicembre 2004 di "Controvoci". (Leggi editoriale)

Ottimi riferimenti culturali, ma una eccessiva preoccupazione di citare fatti concreti e protagonisti della scena politica sacrificano in alcuni punti la comprensione del testo. 

In realtà, per quello che ho capito, alla signora Gatto non piace né la forma né i contenuti in cui si esprime la politica, sia a livello locale che nazionale.

Sicuramente avrà l'approvazione di molti signora, ma nel suo testo, a dimostrazione di quanto vuole sostenere, non sono citati i problemi che interessano le donne e gli uomini di questo paese. 

La scuola è migliore dopo la riforma Moratti o è peggiorata? La sanità garantisce un servizio efficiente agli anziani, ai nullatenenti e ai malati cronici o se non hai soldi fai fatica a curarti? La giustizia garantisce l'uguaglianza del cittadino dinanzi alla legge o se hai un buono staff di avvocati puoi farla franca e anzi se sei amico del premier è possibile che facciano una legge e il reato di cui sei accusato svanisce? La legge che depenalizza il falso in bilancio garantisce il risparmiatore che investe in borsa o è servita a non processare il Presidente del consiglio, accusato di quel reato? Le imposte versate allo Stato dai cittadini nel 2005, diminuiranno? Nelle previsioni della finanziaria le entrate tributarie dovrebbero aumentare di oltre quattro miliardi di euro. Dalla riduzione generalizzata delle aliquote chi trarrà maggior benefìcio? E' opinione comune che a trarre maggior vantaggio saranno i contribuenti più ricchi. Se si fosse avuta l'intenzione di sostenere le famiglie e i più poveri, si sarebbe dovuto agire sugli assegni familiari. Come è possibile che si sbandieri un aumento dell'occupazione per più di un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro e il prodotto interno lordo è bloccato allo 0,3%? O il dato è falso o la maggior parte di questi nuovi assunti non percepisce salario. Cosa pensa direttrice della nomina, da parte dei Presidenti Pera e Casini, di Guazzaloca, illustre macellaio, già sindaco di Bologna, all'Antitrust?

"La politica non ha bisogno di aggressività dialettica" sostiene la direttrice di "Controvoci", e siamo tutti d'accordo, l'idea della politica come rissa non appassiona nessuno, ma poi non elabora un percorso nel quale sia possibile cogliere le cause, che hanno determinato la svolta avvenuta nel linguaggio politico. Le analisi si tengono su un livello di genericità e i riferimenti sono così sfumati da essere compresi solo agli addetti ai lavori. Personalmente sono convinto che all'origine della "aggressività dialettica" ci sia il berlusconismo, che si presenta in veste fortemente ideologizzata e insidiosa. Esso è nato prima di quello che gli si contrappone e finisce sempre per alimentarlo in una spirale politicamente perversa. E benché il suo ideatore sia al potere da quattro anni, con più di cento seggi di maggioranza in Parlamento, la portata dello scontro è artatamente tenuta sempre a livelli elevati. Tanto che alla conferenza stampa di fine anno il premier afferma che in Italia le opposizioni "hanno un'attrazione fatale per tutte le dittature" e che lui è sceso in campo proprio per combattere contro la loro "idea comunista". "Noi rappresentiamo la lotta degli angeli contro i demoni, del Cristo contro l'Anticristo", tuona il capo del Governo senza provocare l'ilarità di chi lo ascolta. Lei pensa che tutto ciò aiuti il recupero di un senso civico comune e condiviso? Mi lasci nutrire qualche perplessità. A tal proposito ho opinioni precise. Il senso civico è possibile svilupparlo solo attraverso la partecipazione, attraverso l'impegno diretto alla vita politica di una comunità, nei modi e nelle forme che ognuno di noi ritiene più opportuni, in rapporto alla propria disponibilità di tempo, alle proprie capacità professionali, alla proprie attitudini, senza rifugiarsi nell'utopia e senza l'illusione di poter cambiare radicalmente il mondo, nella ferma convinzione che il controllo sociale è l'unico strumento che il cittadino ha per migliorare il corso della politica. Ciò prevede, qualora non si ritenga di dover aderire ad un partito o ad uno schieramento, la costruzione di spazi nei quali uomini e donne possano scambiarsi le proprie opinioni, confrontare le proprie esperienze, sostenere quanti si battono per progetti di cui se ne condividono le finalità ed ostacolare quanti, avendo alle spalle vissuti torbidi e chiacchierati, continuano a riproporsi direttamente o indirettamente, al di là di ogni decenza, alla guida del paese. I " Basta!" non sono sufficienti. 

Questo sentimento antipolitico ha avuto la sua stagione e il frutto è stato Berlusconi. L'indignazione, pur necessaria, è solo un prerequisito e non modifica una realtà, che, senza un nuovo patto sociale costruito attraverso un massiccio impegno collettivo, va sempre più incancrenendosi. E' necessario prendere coscienza che la mala politica è il risultato di interessi diversi, dove chi la esercita incassa la connivenza di quanti, per pigrizia o per viltà, la vedono realizzata senza muovere un dito. 

E allora è bene che si allarghi il più possibile la platea di quanti s'impegnano in politica, poiché il bisogno di forze nuove, in grado di formare classi dirigenti per guidare il Paese, non è più procrastinabile. Ma questo è solo il mio modo di pensare.   

Con stima per il suo impegno Giovanni Caputo