RELAZIONE ASSEMBLEA PD VEGLIE – 11 GIUGNO 2015

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11/06/2015 ASSEMBLEA PD – VEGLIE

RELAZIONE INTRODUTTIVA 

RESPONSABILE DI CIRCOLO

(inviato per la pubblicazione)

Parlare di politica interessa sempre meno persone, perché la politica ha perso autorevolezza e da tempo mancano le personalità in grado di veicolare argomenti da approfondire e temi da discutere. E sono rimasti, ormai pochi, anche i luoghi dove si discute di politica. Pertanto, siamo qui non per rispettare procedure o regole e tanto meno per consumare un rituale fine a se stesso; siamo qui perché riteniamo utile cercare di capire come si deve stare all’interno di una comunità, che si pretende di modificare… (continua)

 

Relazione introduttiva tenuta, l’11.06.15, all’Assemblea del PD

dal responsabile del Circolo

Parlare di politica interessa sempre meno persone, perché la politica ha perso autorevolezza e da tempo mancano le personalità in grado di veicolare argomenti da approfondire e temi da discutere.

E sono rimasti, ormai pochi, anche i luoghi dove si discute di politica.                              

Pertanto, siamo qui non per rispettare procedure o regole e tanto meno per consumare un rituale fine a se stesso; siamo qui perché riteniamo utile cercare di capire come si deve stare all’interno di una comunità, che si pretende di modificare. E come si modificano queste comunità tenute insieme da idealità deboli, intendendo per idealità deboli soprattutto la permeabilità al malfare, che da anni attraversa molte scelte politiche in un trasversalismo senza precedenti. Dinanzi a questo scenario disarmante, noi siamo qui in uno di quei contenitori, che, per dirla tutta, diventa sempre più stretto ed angusto per quanti vogliono impegnarsi, partecipare, confrontarsi, costruire relazioni, stare in mezzo alla gente, conoscere i problemi, capirne le soluzioni. Siamo qui per dare un senso all’appartenenza, un senso alla militanza e all’azione politica all’interno della polis. Siamo qui per difendere e vitalizzare uno spazio, che per molti è morto o quanto meno moribondo è accessibile solo a pochi che sanno gestire pericolosi contorsionismi intorno a gruppi di potere non identificabili.

Militare all’interno di un partito non è obbligatorio e per molti nemmeno necessario, si vive bene standone fuori.  Anzi, a titolo di merito si sostiene: “non ho mai avuto                                                                                                 una tessera di partito”, come se si affermasse di non aver mai fumato o non aver avuto mai la scarlattina.

Noi dovremmo cercare d’invertire questo sentire comune, perché lo riteniamo pericoloso, in quanto, se i partiti, come struttura organizzata sull’intero territorio nazionale, hanno dato una dimostrazione poco lodevole del loro agire, la cosi detta società civile non ha dato prova migliore.

E’ difficile immaginare una società senza partiti e i movimenti sono spesso un surrogato pericoloso, presente nella storia d’Italia dal 1919, quando nacquero i fasci di combattimento. Sappiamo poi come è andata a finire. Pertanto, una delle finalità della nostra riunione è proprio questa: intraprendere un percorso con quanti sono interessati ad un rinnovamento della rappresentanza per lo spazio che occupa il Pd a Veglie, piccolo o grande che sia, dopo aver riflettuto sul fatto che oggi un Partito non è un blocco unito e monolitico guidato da chi manovra e impone le sue direttive. Il partito è una comunità con idealità affini di uomini e donne, con le loro relazioni, le loro simpatie e antipatie, i loro legittimi interessi, i loro tempi d’impegno e la loro modalità di partecipazione.

Le risposte sulla oziosa domanda: “come e per chi ha votato il partito” sono letture superficiali, che lasciano inalterato anche il desiderio di comprendere, perché è mal posta la domanda.    

Questo percorso di rinnovamento della rappresentanza s’intreccia con l’evento elettorale, perché così è stato stabilito e programmato dal gruppo dirigente del Circolo e dall’Assemblea degli iscritti. Il Partito, dopo l’ultima mortificante esperienza amministrativa, ha ritenuto di non aderire ad alleanze arcobaleno con i soliti noti della politica locale, con i quali si vince, ma non si governa, anzi si aggrava una situazione debitoria che rischia il default del Comune.

Il Partito ha scelto di sostenere il cammino accidentato dei giovani di “Veglie Domani, senza se e senza ma, perché leggeva in questa esperienza un generoso tentativo di rinnovare il linguaggio e i contenuti della partecipazione politica.

Allo stesso modo il Partito, sentendosi parte di una progettualità nazionale, ha aderito, senza calcoli di bottega, alla richiesta di candidare una locale rappresentante dell’area della sinistra diffusa, permettendo la formazione di una lista che si faticava a completare.

In queste esperienze, sia  nella consultazione regionale che in quella amministrativa, c’è stato chi in maniera generosa e disinteressa si è speso.

Penso, quindi, d’interpretare la volontà di tutto il Circolo, se affermo che ormai  è il momento che questi uomini e queste donne, o almeno quelli che sono interessati, prendano in mano, attraverso i percorsi e le procedure stabilite dal regolamento del Partito, la direzione del Circolo, perché nessuno vuole bruciare un’esperienza positiva di impegno e partecipazione e rimanere con il testimone in mano. E’ una necessità non più procrastinabile. Nessuno deve allarmarsi, nessuno si senta messo da parte. Un partito rinnovato nella rappresentanza e nella direzione è un partito vivo e consapevole della funzione che è chiamato a svolgere. Un partito ha la funzione di formare una classe dirigente e, pur con i suoi limiti e le umane incomprensioni, il Circolo di Veglie ha fatto questo.

Facendo gli auguri ai nuovi eletti, questa sera il Partito Democratico, mette a loro disposizione le buone pratiche e l’esperienza dei sindaci nostri ospiti, affinché i rappresentanti eletti di VD abbiano nel loro percorso amministrativo punti di riferimento e di confronto utili alla loro formazione.

Ai nostri ospiti, da parte mia, chiedo un commento non solo sui risultati elettorali regionali, ma anche sulla legge con la quale abbiamo votato, perché è ben strano che il centrosinistra non abbia eletto tra i suoi consiglieri nessuna donna, mentre nei Comuni il sistema elettorale ha garantito la presenza di genere che aveva richiesto.   

Giovanni Caputo

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