VEGLIE: NICOLI’ RISPONDE AL COMANDANTE DELLA P.M., DOTT. LEO

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RISPOSTA AL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI VEGLIE, DOTT. LEO

Rispetto a quanto riferito nella mia nota del 01 maggio u.s. devono ulteriormente confermare il mio stupore per i toni usati dal Comandante della Polizia Municipale nella Sua lettera di riscontro e per il tentativo di giustificare non si comprende chi  e che cosa. Potrei chiudere questa inutile querelle dicendo che il silenzio è più eloquente di ogni altra parola. Ma alcune inesattezze   presenti nella Sua nota necessitano di alcune precisazioni.

 

Preliminarmente preciso che  non intendevo far passare il messaggio che le norme potessero essere violate.

Quando, però, il Comandante afferma che “se una autovettura è in divieto di sosta, va sanzionata, punto e basta”, mi chiedo e chiedo al Comandante dei Vigili: ha contezza che  i suoi collaboratori quando si trovano di fronte a palesi violazioni di norme, preferiscono soprassedere o, come si dice, chiudono un occhio?

Se la risposta è affermativa, devo, sommessamente,  segnalare al Comandante che quando certi episodi  si verificano, siamo di fronte a un gravi  illeciti, anche per i risvolti penali, e devono essere prontamente perseguito da chi ha il poter di farlo.

Chiedo sempre al Dr. LEO: risulta nelle norme, anche le ultime approvate, che il ruolo della Polizia Municipale, ma anche di tutte le Forze dell’Ordine, sia caratterizzato da un impronta repressiva e non invece, come io penso, siano ispirate ad un ruolo di prevenzione del crimine e della violazione delle norme in generale?

Io credo che la seconda opzione sia quella che meglio esprime i principi richiamati anche nella Carta Costituzionale.

Chiedo, sempre al Comandante: l’affermazione riportata nella nota del 26 aprile u.s., che si riporta “…il  personale P.M. in servizio nel turno del 14 u.s. riceverà un conseguente giudizio negativo in sede di valutazione che inciderà a livello economico ecc.ecc.” come deve esser intesa?

A mio parere , oltre a rappresentare una minaccia non tanto velata, la Sua affermazione mi conferma che la portata innovativa che le varie riforme hanno introdotto nella P.A. sono state completamente travisate.

Debbo segnalare, a tale proposito, che al Responsabile di servizio o ad altro Dirigente, non è stato riconosciuto dalle  norme in argomento un  potere di morte o di vita dei propri collaboratori.

La valutazione, o meglio la performance, non doveva rappresentare, almeno nel pensiero di coloro che sono stati  gli artefici di tali riforme, sindacato e legislatore, un momento di rivalsa dei superiori gerarchi nei confronti del loro colleghi, ma doveva costituire una occasione importante per render più efficiente, efficace e trasparente l’azione della Pubblica Amministrazione.

Purtroppo così non è stato e non certo per demerito del sindacato, ma, soprattutto, per i grandi meriti di alcuni Dirigenti non proprio all’altezza del ruolo ricoperto.

Inoltre devo segnalare  che i principi tanto decantati della rotazione dei Dirigenti e/o Responsabili di Servizio, sono riferiti a tutti i Dirigente e/o Responsabili, anche a coloro che, richiamandosi a norme ormai superate, ritengono che l’essere vincitore di un concorso come Dirigente ne determini la sua inamovibilità.

 C’è ancora chi si ostina a non capire che le norme non possono soggiacere al principio secondo il quale per alcuni si applicano per altri si interpretano. Il principio di legalità, da cui promanano,  deve governare la convivenza civile.

Per ciò che concerne il ruolo del Medico Competente, devo segnalare che lo stesso non è stato previsto dalle norme come un garante degli interessi dell’Amministrazione di turno: il suo compito è quello di tutelare la salute del lavoratore e compatibilizzare le  eventuali riduzioni di capacità lavorativa con le esigenze produttive dell’Azienda in cui presta l’attività lavorativa.

Vorrei rassicurare Il Sig. Comandante che il nostro è un Paese all’avanguardia in materia di tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro, anche se molto c’è ancora da a fare.

Per quanto concerne il mancato rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e le difficoltà del mondo del lavoro in generale, devo segnalare che nessuna responsabilità può essere attribuita al Sindacato, al quale, di converso, deve  essere riconosciuto il grande senso di responsabilità con cui ha saputo conciliare le esigenze dei lavoratori  con la difficile congiuntura economica.

Potevamo portare la gente in piazza, potevamo paralizzare il Paese, potevamo creare disservizi, ma alla fine il prezzo più alto l’avremmo fatto pagare all’intera collettività.

Abbiamo preferito continuare ad essere quel  Sindacato che  ha saputo opporsi con forza al terrorismo che cercava di infiltrarsi nelle fabbriche e nei diversi consessi sociali, pagando un prezzo altissimo; quel  Sindacato che,  scegliendo la moderazione delle dinamiche salariali di fronte ad  altre situazioni di crisi,ha consentito al nostro Paese di ritornare a competere, garantendo sviluppo,  benessere e  progresso alle nostre Comunità.

Abbiamo marcato stretto i vari Governi, di destra e di sinistra, che in questi anni hanno falcidiato i diritti dei lavoratori con politiche economiche repressive ed ora siamo ad un passo dai rinnovi dei contratti.

Rassicuro il Comandante che il Sindacato è pronto ad accettare le nuove sfide, ma le scelte sono fatte esclusivamente dalla politica: speriamo sappia essere una politica dalla “P” maiuscola.

Come si può constatare, sono in molti a sapere ma pochi a ricordare.

 

Lecce 06/05/2017

                                                                                  Segretario Regionale UIL FPL

                                                                                       Dott. Damiano NICOLI’

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