Il 19 luglio di questo anno c’è stata l’intitolazione di una piazza, qui a Veglie, a Carmen Hernandez. Una sconosciuta per molti, ma per tanti altri, personaggio di importanza fondamentale.
Durante quella cerimonia, svoltasi alla presenza di autorità civili e religiose e di un considerevole numero di persone, è stata dedicata alla memoria di Carmen una grande pietra. Eben-Ezer, termine ebraico dell’Antico Testamento che possiamo tradurre con “pietra dell’aiuto” in quanto posta ad eternare la memoria di un provvidenziale intervento divino in una situazione di grande pericolo.
Pietra angolare, si potrebbe anche dire come nel Nuovo Testamento, che fonda l’annuncio della buona notizia sulla incarnazione, vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Questa buona notizia, questo Vangelo, accolto e messo in pratica, ha la capacità da più di duemila anni di trasformare la naturale condizione mortale dell’uomo in vita eterna. Programma decisamente ambizioso, ma sperimentato da tanti testimoni.
L’urgenza di portare soccorso ad una generazione che vive come se non ci fosse nessun senso nella vita e la gratitudine per tanti “interventi di salvezza”, è quello che ci spinge, anno dopo anno dal 1982, a prestare la nostra voce, la nostra piccola esperienza e il nostro tempo perché a tutti possa arrivare l’annuncio che Dio non è morto, è vivo e dà la vita.
“So di non averti trasmesso un’immagine sbagliata di Dio che possa spingerti a negarlo” dice un padre ad un figlio in un romanzo persiano di qualche anno fa. Trasmettere l’intima immagine di Dio Padre è lo scopo dei nove incontri che si terranno nella chiesa Madonna delle Grazie a partire da domani 24 ottobre alle ore 20:00.
