Andrea Coppola, resoconto sull’incontro: “IL DISAGIO GIOVANILE NEL TEMPO DEI SOCIAL”

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Venerdì 26 febbraio 2016 si è tenuto nell’aula “San Giovanni Paolo II” presso la Chiesa “Immacolata di Lourdes”, l’incontro/dibattito “IL DISAGIO GIOVANILE NEL TEMPO DEI SOCIAL. Quando gliamicidi facebook non ti salvano la vita” alla presenza di don Fernando Paladini (parroco), della dott.ssa Stefania Greco (psicoterapeuta), del M° Matteo De Luca (Comandante della stazione dei Carabinieri di Veglie) e di

numerosi genitori.

L’incontro/dibattito mi ha dato l’opportunità innanzitutto di riflettere maggiormente sul mio vissuto e di arricchire sempre più il mio bagaglio culturale.

Quando mi capita personalmente di riflettere da solo e/o discutere in gruppo su temi “scottanti” come questo, mi pongo non pochi interrogativi; il primo interrogativo che mi pongo non è cos’è ma come affrontare tale disagio/problematica.

Parlando del disagio giovanile – in generale – oggi molti giovani faticano a coronare il proprio progetto di vita, sono sempre di più oggetto e soggetti di un eccesso di consumo e destinatari di una quantità di messaggi davvero preoccupante.

I giovani, spesso, esprimono in modo forte il bisogno primario di essere ascoltati; spesso non è facile stabilire una vera relazione con gli altri, in particolare con i giovani, ma – una volta che questa relazione si è instaurata – rappresenta una porta attraverso la quale è possibile far passare valori importanti per tutti, quali: la solidarietà, il rispetto reciproco e l’amore vicendevole.

Permettetemi di concentrare la mia, vostra attenzione su un fattore che – secondo un mio modesto parere – sta alla base dell’insorgenza del maggior numero di situazioni di disagio giovanile: la fragilità della famiglia, la carenza di una relazione accrescitiva tra genitori, adulti e giovani.

Si tratta di capovolgere il punto di osservazione della riflessione sui giovani, mettendoli al centro dell’attenzione non più come responsabili di atteggiamenti distorti ma come vittime della mancanza di dialogo e ascolto da parte dei propri genitori, degli adulti.

I giovani devono essere aiutati a sviluppare capacità di relazione. È infatti nella relazione con l’altro che è possibile recuperare la capacità progettuale, la capacità di costruire il proprio futuro; in una sola parola: creare la propria identità come persona.

È nella relazione che i giovani possono ritrovare il senso della sfida, ritrovare il bisogno di puntare in alto; per aiutare i giovani a ricostruire capacità di relazione, è necessario agire sugli adulti che sappiano fornire loro tutto il sostegno, comunicare loro tutto il loro amore…c’è bisogno di adulti che sappiano essere testimoni credibili, capaci di aiutare i giovani a prendere in mano la propria “bussola” per orientarsi nell’infinito mare – qual è la Vita – a volte in tempesta, sapendo che al loro fianco ci sono capitani capaci di tracciare la rotta sicura per dar vita così a un modello di vita più sano su cui fondare l’umana convivenza.

Concludendo, voglio consegnare a ciascuno di voi giovani e non solo, un mio augurio personale.

 “La vita è come una commedia, non importa quanto è lunga ma come è recitata”     (Seneca)

 “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”     (Arthur Schopenhauer)

 AMATE LA VITA

Amate la vita così com’è,

amatela quando vi amano o quando vi odiano,

amatela nella piena felicità,

quando vi sentite forti o quando vi sentite deboli,

amatela quando avete paura o quando avete coraggio…

ma non amate mai senza amore,

non vivete mai senza vita.     (Madre Teresa di Calcutta)

Vi auguro di percorrere la strada della Vita, con la forza e la fiducia in questo meraviglioso Dono.

Andrea COPPOLA

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