APPELLO AI VEGLIESI: COSTITUIAMO UNA LISTA A VOTI ZERO

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APPELLO AI VEGLIESI (maggiorenni e di buona volontà)

Il teatrino elettorale per le amministrative vegliesi ha schiuso il suo sipario e va in scena la farsa paesana del più elevato istituto di democratica indiretta.

Per non lasciare campo libero ai Baroni dei voti* vegliesi rivolgo un appello:

COSTITUIAMO UNA LISTA ELETTORALE A VOTI ZERO.

Cosa si intende.

Individuare dei concittadini che abbiano una buona capacità dialettica e che riescano ad affrontare un dibattito pubblico, insieme costituire una lista per partecipare esclusivamente alla campagna elettorale.

In definitiva ottenere uno spazio pubblico in cui smascherare i Baroni dei voti vegliesi.

Si può osservare, lapalissianamente, che le liste elettorali per le elezioni amministrative degli ultimi decenni sono caratterizzate, nella loro composizione, da un’accozzaglia di Baroni dei voti, con l’aggiunta di personaggi di “inchimientu”, (attingendo dal glossario del settore edile), utili solo a portare voti.

Occorre notare, inoltre, l’incredibile resilienza dei Baroni dei voti, tra le mura del Palazzo comunale.

Qualsiasi loro atteggiamento, affermazione, atto, assunti durante questi decenni di “amministrazione del paese” non ha mai scalfito il loro bacino di voti, che rimangono pressoché costanti nel tempo.

A tal proposito vi racconto una vicenda che riassume il significato di libertà di voto a Veglie.

Alle ultime elezioni amministrative, ho partecipato alla campagna elettorale e spesso incalzavo dei concittadini che erano appena stati arringati da qualche Barone dei voti, le mie argomentazioni andavano dalla consapevolezza e libertà di voto al concetto di voto di scambio. In uno di questi confronti, un signore canuto, si rivolge a me con un’espressione tra il rassegnato e l’impositivo, dicendomi questo:

“sapimu ca so fiacchi ma lamu votare an forza”……

È stato disarmante.

Certo che le “LEVE” per incanalare il voto degli elettori attivi, che in questo contesto vengono “inattivati”, spaziano nei più classici atteggiamenti di campagna elettorale spicciola e costante, come, un voto per:

– una ricarica telefonica

– o un rifornimento di carburante

– o una cena;

– oppure consentire di scavalcare una fila allo sportello, ma anche metodi più sofisticati, tipo

– recapitare a domicilio dei beni alimentari

– o dei farmaci

– o servizi sanitari;

ed ancora, una volta eletti, i Baroni dei voti, trasformano i diritti da erogare ai cittadini in favori personali, che si pagano, ovviamente, a caro prezzo.

Questo è il substrato su cui si sviluppa l’amministrazione democratica di Veglie.

L’idea è di affrontare tali argomenti in campagna elettorale e poiché è sostanzialmente impossibile “spostare” i voti di un Barone dei voti, invitare gli elettori “inattivati”, che DEVONO votare il proprio Barone, a votare il suo OMOLOGO SPECULARE della lista.

Che cosa intendo con omologo speculare della lista: se il Barone, che deve esser votato, si trova al secondo posto della listaX, l’elettore “inattivato”, dovrebbe votare il penultimo della listaX, così se deve votare il terzo della listaX, dovrebbe votare il terzultimo della listaX, e così di seguito.

Se questo risulta troppo complesso, si invitano tutti gli elettori “inattivati” a votare il candidato che è posizionato all’undicesimo posto della listaX.

L’elettore inattivato conserverebbe, parzialmente, l’obbligo di voto, ma si darebbe un forte segnale ai Baroni.

Per quanto riguarda il programma si inviterà il futuro sindaco ad esperire reali atti politici; a Veglie non si percepisce un atto politico da almeno ventuno anni, (sono disposto a dimostrare tale affermazione pubblicamente).

Questi i punti del programma:

        Riorganizzazione e razionalizzazione della macchina burocratica vegliese, la quale presenta numerose aderenze con l’apparato politico.

        Piani per il turismo, l’ambiente e l’agricoltura, caratteristiche naturali e vocazioni peculiari del paese, mai prese in considerazione dalla nomenklatura vegliese.

       Uno sguardo alla cultura, al tessuto sociale e alla salute pubblica non guasterebbe, qualsiasi cosa va bene, visto che in queste materie il nulla siderale è più ricco.

Le affermazioni utilizzate nel tratteggiare l’identikit del Barone tipo, che risultano più affini ad un atteggiamento mafioso che democratico, sono difficilmente dimostrabili nella loro veridicità, ciò non vuol dire che siano frutto esclusivo della mia fantasia.

Se dovesse, a questo punto, sorgere qualche dubbio su tali asserzioni, caro lettore, ti invito a fare un esercizio: poniti d’avanti ad uno specchio e dichiarare a te stesso, che le affermazioni, la cui veridicità non posso dimostrare, sono false.

Vi aspetto in campagna elettorale. Forse.

Veglie, li 20.07.20                                                

Pasquale Cirillo  

listaperveglie@gmail.com

*Barone dei voti.

… Questa è facile, dicessi kibbutz tipica espressione dialettale di Alberobello…  

Scusate ma il marasma è totale e la salivazione è ridotta a zero.

Quindi, dicessi Barone dei voti, quel personaggio eletto in passato e/o eleggibile attualmente e/o che può far eleggere parenti di primo, secondo e terzo grado o anche amici, che:

– a prescindere dalle sue idee politiche, (se ne possiede);

– da ciò che afferma, (se riesce a parlare);

– dal suo programma politico, (se ha idea di cosa sia);

– dalle sue esperienze politiche precedenti, (tanto è uguale lo stesso); riesce a portare con sé, sempre e comunque, un paniere di voti di oltre 200 preferenze.

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